E' il 2005 quando Peppino Di Capri, Giuseppe Faiella all'anagrafe, si presenta al 55° Festival di Sanremo con "La panchina", tenero brano rivolto agli anziani ed alla loro solitudine fatta di ricordi del passato. Il brano è scritto a sei mani, infatti, con lo stesso artista partenopeo collaborano Depsa, nome d'arte di Salvatore De Pasquale e Cristian Piccinelli. Peppino oltre alla tecnica mette a servizio della canzone una interpretazione intensa e, come sempre, elegante che rendono questo pezzo un piccolo gioiello. Al Festival, "La panchina", approderà alla finale della propria categoria in una edizione che vedeva divisi i partecipanti in quattro gruppi "Uomini", "Donne", "Gruppi" e "Classic". Il brano poi sarà inserito nell'album "Amore.it" sempre del 2005. Il testo parla di questo uomo anziano che si addormenta su di una panchina ed inizia a vagare con la fantasia tornando indietro con gli anni ed arrivando a ripercorrere la sua vita. L'uomo, quindi, si rivede bambino mentre gioca con il suo aquilone e poi torna ai tempi del suo primo amore, quando su quella stessa panchina ammirava il cielo stellato con la sua compagna. Questo volo di fantasia rappresenta anche l'ultimo evento della vita di questo uomo che raggiunge il cielo insieme a tante altre panchine con sopra gente senza più età. La canzone si conclude con lo strano ritrovamento di una stella tra le mani dell'uomo ormai defunto sulla panchina. Una immagine poetica che rappresenta tutta la delicatezza e la dolcezza con la quale Peppino Di Capri ha trattato questo tema non facile e dai risvolti drammatici. Un pezzo di rara bellezza che non ha avuto la fortuna che meritava ma che resterà una ennesima perla nella discografia di un grande chansonnier come Peppino Di Capri.