La serata delle cover in questa edizione del Festival non ha soddisfatto le aspettative. Solitamente è l'occasione per valorizzare il grande patrimonio artistico della nostra musica ma ciò non è avvenuto tranne che in rare occasioni. Lo show è stato caratterizzato da scelte sbagliate o esecuzioni molto sotto tono se non, in alcuni casi,.imbarazzanti. La vittoria è andata a Giorgia e rappresenta forse un contentino alla sua brava ed al fatto che probabilmente non sarà nel podio finale della gara per un brano che valorizza inutilmente la sua vocalità ma non spicca per qualità del testo oltre a ricordare melodicamente "La sera dei miracoli" di Dalla. Inoltre, la sua vittoria, è viziata da errore di fondo: Sanremo deve rappresentare uno spot verso il mondo della nostra musica e non è ammissibile che si scelgano pezzi stranieri visto l'infinito repertorio nazionale che si ha a disposizione. Il secondo posto va alla scelta poetica ma anche un po' furbetta di Lucio Corsi nel coinvolgere la figura di Topo Gigio anche se, la cosa, può essere interpretata come un ulteriore omaggio a Modugno essendo stato proprio lui la prima voce del celebre topolino. Tutto sommato ne è uscito un lavoro apprezzabile ed il podio ci può anche stare. Il terzo posto va alla tanto attesa coppia Fedez/Masini che ha spiazzato in tutti i sensi. Il brano originale è stato snaturato e risulta non percepibile nel suo reale senso andando incontro anche ai perbenisti vista la totale assenza dei versi più crudi che poi, nel contesto del brano, hanno una loro valenza e non invitano certo alla violenza di genere o alla discriminazione della donna come alcuni hanno fatto credere senza probabilmente mai ascoltare realmente il capolavoro di Masini. Marco si è messo a completa disposizione di Fedez, velocizzando il brano per permettere l'incastro delle barre del rapper che è apparso preso oltremisura e forte nell'esprimere le sue rivendicazioni. Ne esce fuori in brano del tutto nuovo, forse l'unico della serata realmente rivisitato. La voce e la qualità del cantautore fiorentino è monumentale e dà la possibilità a Fedez di ottenere un risultato di grande impatto. Forse meritavano il primo posto. Per il resto è inammissibile che "creuza de ma" con la partecipazione qualitativamente eccelsa di Cristiano De André non rientri nemmeno tra i primi dieci mentre l'altro omaggio a De André di Olly con "Il pescatore" viene oltremodo premiato in classifica non essendo stata una degna rappresentazione del pezzo. Opposti anche i due ricordi a Califano, ottimo il trio di "Un tempo piccolo", orrendo Toni Effe a cui non basta la bravura di Noemi per dare un degno risalto a "Tutto il resto è noia". Tra le altre si salvano "L'anno che verrà" proposto da Brunori,Sinigallia e Dimartino e i due omaggi a Pino Daniele nonostante la non perfetta coesione di Ranieri al mood della proposta scelta. Particolari le scelte di Gabbani con Tricarico e di Gaia con Toquinho mentre risulta fuori luogo la scelta di un successo radiofonico recente come quello scelto scaltramente da The Kolors con Sal Da Vinci. Discorso a parte, ancora una volta, per , Cristicchi. Emozionante l'omaggio a Gianni Bella anche se Marcella era evidentemente troppo presa per rendere al meglio questo capolavoro. "La cura" è un'opera quasi intoccabile e, nonostante ciò, viene rispettata e resa in modo onesto e fedele però se già in gara ci si presenta con un qualcosa di intenso ed emotivamente coinvolgente, in questa serata, sarebbe stato il caso di proporre un altro colore, un'altra sfaccettatura artistica per non apparire monotematico e produrre un effetto boomerang anche sulla gara. Tralatro l'aggiunta dei versi in aramaico non ha fatto altro che amplificare questo aspetto. Appare, quindi, un'occasione persa da Cristicchi per mostrare la sua poliedricità e mostrare al grande pubblico di non avere una sola freccia al suo arco. Per concludere, quindi, questa serata è sembrata una opportunità mancata per valorizzare la nostra grande musica ed i pochi che l'hanno fatto non sono stati premiati come avrebbero meritato e quel primo posto ad un brano non italiano ne è la triste prova concreta.