"Da Napoli e New York" è un brano pubblicato da Aleandro Baldi, Civai all'anagrafe, nel 1992 all'interno dell'album "Il sole". Scritta dallo stesso Baldi in collaborazione con il produttore dello stesso disco e di gran parte dei lavori dell'artista toscano Giancarlo Bigazzi ed arrangiata da Marco Falangiani, il brano, inizia parlando del nonno del protagonista fuggito in America dalla sua Napoli agli inizi del '900 per evitare un arresto dovuto all'omicidio di un boss che pretendeva il pizzo. L'uomo citato nel brano si ribellò al racket ma senza affidarsi alle forze dell'ordine nè denunciando il fatto bensì risolvendo la questione con una pistola. Da questo comportamento si comprende la matrice dell'uomo e della mentalità che esisteva in quell'epoca nel sud d'Italia e che ancora oggi non è del tutto debellata. Dal testo di deduce che lo stesso uomo, una volta in America, non si limitò ad una vita regolare ma da ciò che racconta il nipote, protagonista del brano, si deduce che si era ritagliato un posto d'onore nella malavita locale e che anche lo stesso nipote, nato in America, aveva seguito la medesima strada. Il ragazzo, infatti, racconta questa storia dall'Ucciardone, carcere di Palermo, dove evidentemente è stato trasferito. Si trova, quindi, a vivere la stessa nostalgia della propria patria vissuta dal nonno avendo, però, opposti natali. Il giovane, infatti, è americano di nascita e sogna il Bronx ricordando quella canzone che imparò dal nonno, il quale con superbia, la cantava in faccia all' FBI. Il brano si conclude con il desiderio di raggiungere il proprio luogo di nascita che lo spingerebbero perfino ad attraversare a piedi un ipotetico ponte da Napoli a New York, qualora esistesse. Napoli e New York, infatti, si trovano alla stessa latitudine ovvero all'altezza del 41° parallelo. Un rapporto stretto, quindi, quello tra le due città che in passato hanno rappresentato una tratta significativa per la mafia italo-americana ed anche per tutti quei disoccupati del sud che andavano a cercare fortuna negli Stati Uniti d'America. Storie, quindi,di emigranti, di miseria e di affari loschi che Aleandro Baldi ha ben disegnato in questa affascinante canzone che rappresenta la vita e la mentalità di quegli anni particolarmente difficili per il nostro meridione. Un ulteriore esempio, quindi, della grande capacità autoriale e della sensibilità di un artista fuori dal comune che meriterebbe molto più spazio nell'attuale mondo mediatico per tutto ciò che ha regalato alla nostra storia musicale e per tutto quello che ancora oggi, anche senza pubblicità, continua a proporre.