"Azzurro" è un vero e proprio evergreen della musica italiana ed è anche uno dei cavalli di battaglia di Adriano Celentano. Il brano inciso prima nel 45 giri con "Una carezza in un pungo" nel 1968 e poi nell'album intitolato sempre "Azzurro/Una carezza in un pungo" del maggio dello stesso anno. Il doppio titolo per un album è un qualcosa di molto raro ma, la forza dei due brani principali del lavoro discografico di Celentano, obbligano, in qualche modo, questa decisione. Saranno, infatti, due dei più grandi successi dell'intera discografica dell'artista milanese. A scrivere la musica del brano è un giovane musicista entrato come autore nel Clan Celentano: l'avvocato astigiano Paolo Conte. Conte, scrive la musica con Michele Virano mentre il testo è di Vito Pallavicini che intenzionato a rendere il brano perfetto per Celentano affronta tematiche molto sentite dal molleggiato come l'ecologia, l'amore e la religione. Il testo, infatti, parla dell'insoffernza di un uomo in cui pensieri e desideri vanno all'incontrario e della sua voglia di evadere da una città che non lo rappresenta. Queste tematiche, però, che ricordano tratti di diversi altri brani di Celentano come, ad esempio, "Il ragazzo della via Gluck", non vengono affrontati in maniera malinconica o intimista ma, la musica realizzata da Conte, spinge il brano verso una esecuzione del tutto origianale e particolare. Un mix di generi non perfettamente riconoscibili fanno di questa canzone un pezzo unico nella discografica di Celentano ed in tutto il panorama italiano. Proprio per questo, il brano, ottiene un grande successo fin da subito e, negli anni, diventerà un successo internazionale poiché, come succede spesso per alcuni fenomeni pop, questa trascinante sonorità può vivere anche senza testo. Al di là, infatti, delle parole che per chi padroneggia la lingua italiana ha sicuramente il suo peso, la musica di Conte e l'interpretazione di Celentano abbattono con questa canzone ogni tipo di frontiera geografica. In Italia, come detto, la canzone e l'album ottengono subito un riscontro positivo e la cosa è da evidenziare se si pensa che non ci fu, praticamente, alcuna promozione all'uscita del progetto poiché Celentano era impegnato nelle riprese del film "Serafino". Dopo, quindi, una lunga assenza promozionale, lo stesso Celentano si sorprese delle vendite dell'album e notò con piacere che, con il passare del tempo, i consensi aumentavano. La popolarità di "Azzurro", poi, in Italia come all'estero, con il passare degli anni è storia nota. Tante, inoltre, sono state le cover e le interpretazioni del brano: dalle più fantasiose come quella eseguita con pernacchi da Renzo Arbore nel film "Il Pap'occhio" del 1980 o quella in versione punk dei tedeschi Die Toten Hosen del 1990 a quelle più tradizionali di Mina con il jazzista Giorgio Gaslini o di Gianni Morandi fino a quelle del suo autore Paolo Conte che solo nel 1985 decise di eseguire il brano per la prima volta. Conte, infatti, non ha mai sentito il brano nelle sue corde e quando lo ha inciso, nel 1998, lo ha fatto con una versione essenziale al pianoforte trovando più adatta la vocalità di Celentano per la versione originale. In ogni caso, resta il fatto che "Azzurro" ancora oggi è uno dei brani italiani più noti ed amati all'estero ed ha rappresentato una tappa fondamentale sia per Celentano che per Conte, due nomi che ieri come oggi rappresentano la nostra musica nel mondo.