1. Luigi Lopez, lei uno dei grandi compositori della musica italiana. Con la sua musica ha accompagnato le carriere di tanti grandi artisti della nostra musica oltre a ritagliarsi degli spazi personali anche come interprete. I successi e i riconoscimenti sono tantissimi ma dove è iniziato tutto ciò? Come nasce il suo amore per la musica?
Avevo 12 anni più o meno e seguendo le istruzioni di una trasmissione televisiva della tv dei ragazzi, mi costruii una rudimentale chitarra, fatta con un barattolo di pomodori pelati, una stecca di legno ed un filo di metallo. Uno strumento... meno che tribale. Mia sorella, intenerita dal vedermi armeggiare con quella... cosa mi regalò una chitarra vera. Eì comiciata così e con orgoglio posso dire, di aver fatto tutto da solo. Sono un autentico autodidatta. Pensare che il primo libretto di accordi l'ho proprio scritto di mia mano, annotandoci i progressi e le scoperte che facevo ogni giorno sulle... sei corde.
2. Lei ha avuto il merito di collaborare con artisti del calibro di Mia Martini, Mina, Patty Pravo, Franco Califano, Peppino Di Capri, Fiorella Mannoia, Riccardo Fogli, Michele Zarrillo e tanti altri ed avuto anche la possibilità di firmare un brano stupendo per il ritorno alle scene di Domenico Modugno prima della sua scomparsa e cioè "Delfini (sai che c'è)" interpretata da Modugno con il figlio Massimo. Ci racconta quell'emozione?Come è nato quel brano? Il suo ricordo, invece, della grande Mimì e di Franco Califano con i quali ha realizzato, fra le altre, la meravigliosa "La nevicata del '56"?
Modugno, il grande "Mister Volare", ci inchiodò tutti. Eravamo in studio e il fonico cercava un effetto da mettere sulla sua voce, per enfatizzarla un po'. Macchè... pretese di registrare quello e solo quello che effettivamente fosse stato in grado di cantare. Straordinario, insuperabile artista: il risultato lo potere apprezzare ascoltando quell'indimenticabile disco. "Delfini" mi ha dato l'opportunità di incontrare e collaborare con il più carismatico fra tutti gli artisti del nostro Paese: dire che fossi emozionato non basta: ero felice ed immensamente orgoglioso. La canzone era nata con una mia idea di base: doveva essere a due voci e inzialmente pensavo che sarebbe stato un "parlare" fra lui e la sua coscienza. A Franco Migliacci (l'autore della mitica "Nel blu dipinto di blu") piacque l'idea delle due voci e scrisse quel magnifico dialogo fra padre e figlio. E' stata questa una particolarità della canzone che l'ha fatta amare e scegliere da Domenico Modugno. Credo di aver battuto la concorrenza di centinaia (!!!) di autori, tutti i migliori in Italia, provarono a proporre una loro canzone per il ritorno del grande "Mimmo Nazionale", ma scelse la mia...
"La nevicata del '56" è un capitolo a parte. Erano i primi anni '70 e Carla Vistarini ed io (con la collaborazione di Massimo Cantini per la musica) la scrivemmo per Gabriella Ferri. A Gabriella la cantai personalmente, accompagnandomi con la mia inseparabile chitarra. Fu un successo, lei si commosse e pensammo che il suo prossimo 45 giri sarebbe stata la nostra canzone, non fu cos' e le ragioni di questo non le abbiamo mai sviscerate (misteri e interessi dell'editoria discografica). Comunque, passati quasi vent'anni, "La nevicata del '56" approdò a Mia Martini per una serie di circostanze che coivolsero anche Franco Califano che, innamoratosi del pezzo, ne voleva fare una sua versione cantautorale, al maschile. La scrisse ma, insieme, decidemmo di inserire solo un rigo della sua versione, nel testo originale di Carla Vistarini. E' per questo che il compianto cantautore compare nei credits del disco. E' con il testo di Carla Vistarini appunto, che Mia Martini presentò la canzone al Festival di Sanremo del 1990. Mia, Franco, compagni di viaggio, entrambi preziosi, entrambi irripetibili.
3. Il suo boom come interprete, inoltre, è legato al mondo dei cartoon ed in particolare al personaggio di Pinocchio. Lei infatti è la voce ed il compositore della celebre sigla "Pinocchio perché no?", per la serie animata "Le nuove avventure di Pinocchio", che ha venduto oltre un milione di copie e continua ad essere amata dai bambini italiani. Come è nata quell'esperienza? Si aspettava quel tipo di successo?
Per dire la verità, no! Nessuno di noi poteva prevedere un boom così clamoroso. Un po' tutti avevamo sottovalutato l'impatto che quelle serie di cartoni avrebbero potuto avere sul pubblico dei giovanissimi. Addirittura faticarono a convincermi che la mia voce sarebbe stata perfetta per la mia canzone (...guarda un po'). Oggi ringrazio quei miei collaboratori, perché questa "canzoncina" mi ha dato e mi sta dando incredibili ed inaspettate soddisfazioni.
4. Il suo nome, come detto, ha attraversato un po' tutta la musica italiana dagli anni '70 ad oggi e, quindi, è stato più volte protagonista del Festival di Sanremo. Tra i suoi successi sanremesi c'è sicuramente "La notte dei pensieri" che permise a Michele Zarrillo di vincere tra le Nuove Proposte nel 1987 e di lanciarsi definitivamente nella musica che conta. Qual è l'edizione che ricorda con più piacere?
Beh, quella con Zarrillo fu una tappa fondamentale per me e soprattutto per lui che cominciò da lì il suo ricchissimo percorso di cantautore. "La notte dei pensieri" mi ha regalato soddisfazioni irripetibili, congratulazioni e complimenti da tutti i miei colleghi. In effetti non avevo solo firmato la musica ed il testo di quella fortunata canzone, ne avevo anche guidato la realizzazione e la produzione artistica. Insomma un grande impegno, ripagato poi dai risultati che sappiamo.
...Ma il Festival che mi è rimasto nel cuore è quello del 1990, dove ho avuto l'onore e il privielgio di avere due mie composizioni in gara e ben quattro interpreti. Fu il Festival che vide la partecipazione di grandissimi artisti internazionali: Ray Charles, Sarah Jane Morris e tanti altri. Proprio Sarah Jane Morris eseguì la versione in inglese di "Ma quale amore" presentata da Riccardo Fogli. Ma stiamo parlando anche del Festival de "La nevicata del '56" con Mia Martini (e Mijares nella sua versione in spagnolo, "La nevada") del prestigioso Premio della Critica e dell'impatto che la mia canzone ha determinato nell'immaginario del pubblico italiano: "La nevicata del '56" è ormai una canzone "cult", per sempre nella storia della nostra musica popolare.
5. Tra tutti i suoi brani qual è quello che ama particolarmente? Quale, invece, quello che crede sia stato sottovalutato?Quale, infine, quello di un suo collega che le sarebbe piaciuto comporre?
"La voglia di sognare" di Ornella Vanoni. Perché fu la prima mia canzone a dare il nome ad uno storico album della grande interprete, perché vinse il Premio della Critica discografica, nel 1975, come Migliore Canzone dell'Anno, perché Ornella ancora oggi, ripete che è questa la canzone che lei ama di più, perché è una straordinaria poesia di Carla Vistarini, perché mi ricorda un tempo della nostra vita in cui parlavamo di sogni e di un futuro gonfio di speranze, perché ancora oggi non riesco a cantarla senza commuovermi. Per ragioni molto diverse, "S.O.S. Verso il blu" cantata da Mia Martini è quella che avrei voluto il pubblico scoprisse. Il disco purtroppo, fu pubblicato solo dopo la scomparsa di Mimì e questa mia canzone non ha avuto la possibilità di farsi conoscere e amore come la amo io e, come credo, meriti. Invito i tuoi lettori ad ascoltarla. Quelle che, invece, avrei voluto comporre sono due: "Arrivederci" dei grandissimi Umberto Bindi e Giorgio Calabrese, che ha accompagnato le emozioni dei miei, ma direi nostri, primi innamoramenti della gioventù e "Aria" di Dario Baldan Bembo, una magica atmosfera sospesa nelle sue innovative (per quei tempi) sonorità elettroniche.
6. Chi sono i suoi miti musicali? Dal punto di vista della composizione chi sono i suoi punti di riferimento? C'è, invece, qualche giovane compositore che apprezza particolarmente?
Risposta facile facile: Paul McCartney, John Lennon... I Beatles, Simon and Garfunkel, James Taylor, Phil Collins, Peter Gabriel ma anche gente come Vollenweider e la sua magica arpa o le chitarre di Steve Vai, di Satriani, di Winwood, dell'inimitabile Tommy Emmanuel e i monumentali Gershwin, Rachmaninoff...uhh quanti ne dovrei nominare... impossibile ricordarli tutti. La musica, quando è ben fatta, eseguita con il cuore, nel rispetto della natura, dell'origine, dell'indole del musicista, quasi sempre mi arriva. Mi colpisce l'autenticità, percepisco l'emozione dell'artista se l'artista mette emozione nella sua musica...e non c'è un genere, uno stile preferito. E' buona musica anche quella di un semplice tronco d'albero se è percosso da un uomo che abbia voglia di esprimersi battendolo...mi spiego?
Fra gli emergenti...non saprei. C'è molta disattenzione e superficialità siamo anche distratti da prodotti inautentici che contaminano le innumerevoli produzioni che ancora si fanno e rendono difficilissima l'individuazione di valori reali, di artisti effettivi. Mi piace ricordare che gente come Lucio Battisti o Baglioni o Venditti e altri come loro oggi, non avrebbero avuto l'opportunità di affermarsi, non sarebbero stati sostenuti, come si faceva in anni più floridi, da una discografia desiderosa di scoprire dei veri, nuovi talenti. In Italia, a proposito, mmmh, ne salvo davvero pochissimi e non dirò i loro nomi, non vorrei dispiacere a qualcuno...
7. Cosa pensa della attuale situazione della musica e dell'industria discografica italiana?C'è qualche artista per il quale le piacerebbe scrivere in futuro?
La discografia è in crisi di appartenenza, di identità, di risultati. Assenza totale di uan filosofia della ricerca e dell'investimento. Gente poco qualificata alla guida delle direzioni artistiche, mancanza di fiuto e di coraggio. Infine totale asservimento alle logiche dello show-bussiness, e di un mercato opportunista e di routine, nel devastato scenario di una televisione in mano ai pochissimi che sembrano essersi ineluttabilmente impossessati di questo formidabile mezzo di comunicazione. Che dire di più? Ah si, mi piacerebbe scrivere per Malika Ayane, lei si che mi piace e faccio un complimento a Pacifico, per una magnifica canzone che scrisse per lei, per un Sanremo di qualche anno fa, "Ricomincio da qui".
8. Ci racconta un aneddoto particolare vissuto con un altro artista della musica italiana?
Avevamo finito di registare da poco una mia canzone, cantata da Mina in modo mirabile: "Ancora dolcemente". Ed io gasatissimo, avevo preparato per lei altre composizioni. Ce la misi tutta, solita voce e solita chitarra, nel fargliele sentire e alla fine, sapete cosa mi disse?: "Sei il mio George Harrison"...naturalemente di quelle canzoni, non ne fece nemmeno una...
9. Ha brani nel cassetto? Come nascono le sue composizioni?
Certo che si, almeno duemila! Non scherzo... Mi riesce facile comporre un tema, svilupparlo...anche adesso, qui, con la mia inseparabile chitarra potrei idearne uno...quello che è arduo, difficilissimo è farlo diventare qualcosa di perfetto, di scorrevole: tre o quattro minuti che non facciano mai calare l'interesse di chi ascolta, una canzone vincente insomma: Ma è una impresa ogni volta, credetemi, anche per quelli come me che sono nella "faccenda" da tantissimi anni...
10. A cosa sta lavorando ora? Quali saranno i prossimi impegni che la vedranno protagonista?
Sono un "padre d'arte": è mio figlio, infatti, che mi sta riportando a certi entusiasmi. Lo scorso anno una nostra canzone, "Sailor", ha scalato le classifiche di tutte le radio web del mondo e stiamo collaborando proprio in questi ultimi giorni del 2014, al suo prossimo album. Lui si chiama Riccardo Lopez, e vuol fare il cantautore... naturalemente. Per il resto, data la situazione generale di cui ho parlato mi sono tuffato nell'attività di esecutore delle mie canzoni. "Pinocchio perché no?", "Cybernella", "La fantastica Mimì", "Goal", sono diventati i miei cavalli di battaglia. In giro per l'Italia e dovunque ci siano mamme, papà, i bambini di oggi ma che quelli di ieri, che ricordino e amino queste mie fortunate sigle, tutte legate ai cartoni animati, mi potreste trovare per ricantarle insieme. Come è accaduto e accadrà, per esempio, il prossimo 23 dicembre, all'auditorium "Parco della Musica" di Roma. Ci incontriamo la?
11. Maestro, la ringrazio per la disponibilità ed augurandole sempre buona musica le chiedo, in conclusione, un saluto per tutti i lettori di "La musica che gira intorno...". Grazie.
Ringrazio di cuore te, Marco, che mi hai dato l'opportunità di passare qualche minuto con voi, su queste...righe e tutti coloro che mi hanno letto e talvolta anche...ascoltato! Vi abbraccio con infinito affetto e... "Buon Pinocchio" a tutti!
Luigi Lopez