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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

"Vedrai vedrai": Tenco canta alla madre la sua inadeguatezza

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"Vedrai vedrai" è un brano storico di Luigi Tenco pubblicato nell'album che porta il suo nome del 1965 ed in quello successivo dal titolo "Tenco" del 1966. Il brano diventerà presto uno dei cavalli di battaglia del cantautore genovese prima di essere reinterpretato da numerosi artisti del panorama italiano dopo la tragica e, ancora oggi avvolta nel mistero, morte dell'artista. Tra gli altri, infatti, hanno ricantato il brano Mia Martini, Mina, Ornella Vanoni, Renato ZeroClaudio Baglioni oltre quello che è considerato un po' l'erede sia per origini territoriali che per cifra stilistica e cioè Francesco Baccini. Il testo parla dell'insofferenza di uomo che non riesce a dare alle persone che ama ciò che meriterebbero. Una rabbia scaturita da promesse disattese e dalla continua fiducia che, nonostante tutto, gli viene concessa senza remore da chi gli sta accanto. L'autore, infatti, preferirebbe essere rimporoverato, attaccato per la sua inconcludenza invece di trovare sempre accanto una persona comprensiva che gli continua a parlare con tenerezza come quando era bambino. Il protagonista, quindi, ripete la solita promessa, "...vedrai, vedrai, vedrai che cambierà..." senza dare certezze su tempi e modalità confessando, quindi, la sua stessa insicurezza su queste parole ripetute ormai chissà quante volte. Appare, dunque, quasi più come un messaggio di resa che di speranza in cui, l'autore, si affida completamente ad un destino di cui non si sente responsabile. Il brano, uno dei più amari dell'intera discografia italiana, assume un carattere ancor più crudo dalla interpretazione sofferta e sentita di Tenco che ha sempre ammesso di essere un uomo poco incline al sorriso facile. Una sua dichiarazione celebre è, infatti : "Io sono uno che sorride di rado, questo è vero, ma in giro ce ne sono già tanti che ridono e sorridono sempre, però poi non ti dicono mai cosa pensano dentro". La sincerità e sensibilità sono stati sempre aspetti che hanno caratterizzato la musica e la vita di questo artista che si suiciderà, almeno secondo gli atti attuali sempre, comunque, in evoluzione, nel 1967, a due anni dall'incisione di questo brano, in seguito ad una delusione sanremese. Del presunto suicidio e delle varie ipotesi ne abbiamo già parlato in un precedente articolo, ora, invece, è meglio continuare a godere del talento e dell'arte di uno dei più grandi cantautori della nostra storia discografica attraverso una delle sue perle più preziose.  

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