E' il 1990 quando i Pooh decidono di partecipare per la prima, e finora unica, volta al 40° Festival di Sanremo. La motivazione di questa scelta è ovvia: hanno in mano un pezzo storico, una perla che non può avere palcoscenico migliore che l'Ariston per essere presentata al pubblico. La canzone in questione è "Uomini soli" scritta a quattro mani da Camillo Ferdinando "Roby" Facchinetti e Valerio Negrini, storico fondatore e partner dei Pooh in qualità di musicista e paroliere. Allora la formazione dei Pooh era ancora formata da quattro elementi infatti, oltre Facchinetti, c'erano gli ancor presenti Donato "Dodi" Battaglia e Bruno "Red" Canzian e Stefano D'Orazio che, invece, lascerà il gruppo nel 2009. La canzone tratta i temi degli emarginati e della solitudine degli uomini dovuta alle più disparate motivazioni come possono essere paure, ossessioni, scelte sessuali o di religione, problemi giudiziari o anche a cause relative a terze persone come può essere una madre possessiva o un amore sbagliato. Il testo invoca anche la figura di Dio, l'unico in quanto creatore, a poter cambiare il destino di questi uomini e della comunità tutta. Un pezzo che, accompagnato da una musica convolgente, arriva subito nella mente e nell'anima di chi la ascolta grazie anche alla profondità espressa dall'inconfondibile voce e dall'interpretazione di Roby Facchinetti oltre a quelle degli altri componenti che pur danno il loro contributo vocale, oltre che musicale, in questo brano. A Sanremo "Uomini soli" stravince classificandosi davanti a "Gli amori" di Toto Cutugno e a "Vattene amore" della coppia composta da Amedeo Minghi e Mietta, all'anagrafe Daniela Miglietta. Con questa canzone i Pooh confermano il loro nome, già ben affermato, nella storia della musica italiana. "Uomini soli" resta, infatti, tutt'ora una delle perle più luccicanti del loro infinito repertorio iniziato nel 1964 sotto il nome di "Jaguards" diventato poi "Pooh" nel 1966.