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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

"Uocchie ca me guardate": Un capolavoro firmato Gragnaniello

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"Uocchie ca me guardate" , ovvero "Occhi che mi guardate", è un brano di Enzo Gragnaniello contenuto nell'album "L'erba cattiva" del 2007. L'intero disco rappresenta una delle migliori produzioni del grande cantautore napoletano in una discografia ricca di successi dove l'intensità e la qualità dei testi sono accompagnate da sonorità che riescono a valorizzare ancor di più il contenuto dei brani. A tutto questo poi va aggiunta la particolare timbrica vocale di Gragnaniello ed i suoi mitici gorgheggi capaci di arricare all'anima. In questo brano, dove si racconta la fase conclusiva della vita di un anziano contadino ormai segnato dagli acciacchi dell'età dovuti prevalentemente alla dura vita nei campi che attende con rassegnazione che arrivi la morte che viene vista come una sorte di spettro che lo osserva. Gli occhi che lo guardano, quindi, potrebbero essere rappresentati come gli occhi della morte o quelli del destino che pur se allontanato o rimandato al giorno successivo non dimenticherà mai il suo appuntamento e, prima o poi, arriverà. Un brano che tocca le radici di una generazione che ha dato la loro vita alla natura e che dalla stessa ha si raccolto i suoi frutti ma ha anche pagato con la propria salute questa usurante pratica giornaliera. Le radici del terreno e la vita spesa per lo stesso, quindi, i temi di questo brano dove assume un ruolo determinante la figura e la paura della morte. Paura che viene esorcizzata dall'uomo che conosce il suo destino e che, nonostante tutto continua a lavorare nei campi e non perde occasione per godere dei sapori e degli odori di quella natura che per lui ha rappresentato l'intera esisitenza. Un testo profondo e toccante che complice la voce di Gragnaniello graffia l'anima e lascia il segno. Un capolavoro assoluto che rende bene anche nel bellissimo video diretto da Alberto Polo Cretara e realizzato all'agriturismo "Fontana dell'occhio" a Reino in provincia di Benevento. Nonostante il brano sia in dialetto napoletano, l'ascolto dello stesso è consigliato fortemente anche a chi non mastica l'idioma partenopeo poichè sono convinto che l'anima riceverà gli stessi impulsi nonostante i superabili ostacoli linguistici. D'altronde l'arte, quando è vera, non conosce confini geografici e nè, tantomeno, barriere linguistiche.

 

 

 


 

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Enzo Gragnaniello         

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