Siamo nel 2007 quando Fabio Concato, Piccaluga all'anagrafe si presenta al 57° Festival di Sanremo con "Oltre il giardino", brano intenso scritto dallo stesso artista milanese che darà anche il nome all'antologia di successi pubblicata nello stesso anno. A Sanremo il brano si classifica tredicesimo ma ottiene un ottimo riscontro dalla critica e dal pubblico per il tema affrontato e per la solita raffinatezza con la quale Concato esprime le proprie composizioni. La canzone parla di uomo che a cinquant'anni deve fare i conti con un licenziamento e con la difficoltà di trovare lavoro nella realtà odierna soprattutto per una persona non più giovanissima. Il protagonista ipotizza di reinventarsi in altri mestieri pur di ritrovare quella serenità per sè e per la propia famiglia ormai perduta con l'assenza della busta paga. Ritrovarsi da un giorno all'altro a ridimensionare la propria vita per motivi economici è il dramma che viene espresso in questo intenso brano e senza dimenticare l'imbarazzo dell'uomo nel trovare le giuste parole per spiegare le inevitabili privazioni a dei figli ancora piccoli per comprendere questi repentini cambiamenti. L'uomo, però, pur rammaricato non perde la fiducia convinto di poter trovare la forza di ricominciare proprio come aveva fatto da ragazzo. Nel testo, quindi, viene trattato anche il tema delle esigenze della vita odierna e dei tanti bisogni fasulli che il quotidiano ci propone con prepotenza ed a cui non è sempre facile rinunciare. Gli agi e gli eccessi che assumono un falso ruolo di cose necessarie e che finiscono per condizionare l'esistenza di chi non può permetterseli. Il protagonista, tirate le somme, sogna di reiventasi giardiniere per il gusto di vivere, tra colori e profumi, una vita più semplice ma, allo stesso tempo, più pulita. In tal modo potrebbe ritrovare la vera essenza della vita ma, il sogno è ben diverso della realtà e pensare di cambiar mestiere a cinquant'anni potrebbe rimare una utopica fantasia. Il titolo del brano, anche se non inerente al tema, è tratto dall'ominimo celebre film del 1979 di Hal Ashby. Inoltre, a Sanremo, nella serata dei duetti, Concato, propone il brano con la partecipazione di Michele Zarrillo e di Tullio De Piscopo alla batteria.