"Sul presepe del 2000" è un brano molto particolare di Federico Salvatore inciso nel 2004 per l'album "Dov'è l'individuo?". In questo testo, l'artista napoletano, utilizza lo scenario classico del presepe trasformandolo con quelli che potrebbero essero i "pastori" di oggi. Il presepe costruito dal cantautore, quindi, rappresenta una sorta di scultura della realtà attuale, ove però, vengono sottolineati gli aspetti negativi del nostro presente. L'autore, dunque, sostituisce fantasiosamente i pastori classici del presepe per crearne uno degli anni 2000 con personaggi e figure che, in qualche modo, inquinano quella serenità espressa solitamente dalla ricostruzione della natività. Lungo questo testo si scopre, ad esempio, la mangiatoia sostiutuita da un cassonetto della spazzatura o una mucca col certifato al posto del vecchio bue. Si notano personaggi ambigui come il produttore che paga l'ingaggio a due zampognari con 30 denari o il falegname che inchioda piccole barche che verranno utilizzate per i trasporti dei clandestini. Ed ancora, una Madonna albanese ed i Magi che portano in dono petrolio, armi ed un vassoio di polvere bianca. Nel testo non manca il riferimento alle Torri Gemelle trasformate in un castello ricordo di Erode lasciato a Bin Laden suo ultimo erede. Poi ci sono il pescatore che pesca sirene, il cacciatore che cerca le sue prede in discoteca, un Babbo Natale "stilista" che vende le renne per farne giacconi ed un angelo, che appeso dall'alto, non distingue fra spari e petardi se son botti di festa o di guerra. La speranza, infine, è lasciata ad uno scienziato che possa clonare un altro Gesù per poterci salvare. Il testo si chiude con un ricordo di Eduardo De Filippo e della sua celebe opera "Natale in casa Cupiello" con la citazione "Te pisce 'o presepe?" a cui Federico, oggi, riferendosi a quello descritto nel testo che non è altro che il nostro mondo, risponderebbe di no. Una bella e particolare composizione che Federico ha realizzato con la sua solita fantasia ed ironia sottolineando, però, alcuni aspetti atroci della nostra, cosiddetta, società civile.