La trentasettesima edizione del Festival della Canzone Italiana si svolse dal 4 al 7 febbraio 1987 al Teatro Ariston di Sanremo. Ad organizzare l'evento è sempre la Publispei del direttore artistico Gianni Ravera mentre i testi dello spettacolo sono di Bruno Boccoli. A condurre è Pippo Baudo con Carlo Massarini dal Palarock dove viene allestito uno show con artisti internazionali tra cui Whitney Houston e i Duran Duran. Rinuciò, invece, alla sua presenza come ospite d'onore Adriano Celentano che avrebbe dovuto presentare un brano sulla pace ma la cosa non venne accolta bene dai colleghi in gara che, esclusi dall'iniziativa, costrinsero Celentano alla rinuncia. Questa edizione è ricordata anche per la spallina dispettosa del vestito di Patsy Kensit che mostrò il seno dell'artista e per i diversi incidenti capitati ai protagonisti del Festival come il malore del direttore del palcoscenico, la gravidanza di Romina Power che portò l'artista a disertare le prove, l'influenza di Pippo Baudo e lo svenimento per emozione di Patty Pravo dopo che venne a conoscenza che il suo brano "Pigramente signora" scritto da Mauro Arnaboldi e Franca Evangelista somigliava a "To the morning" di Dan Fogelberg. Ma l'avvenimento più importante quanto triste per il quale questo Festival viene ricordato è sicuramente la morte di Claudio Villa annunciata, con tono dimesso, da Baudo durante la serata finale della kermesse. Baudo, quindi, concesse l'ultimo applauso al Reuccio della canzone italiana che si era spento all'ospedale di Padova a causa di una pancretite e di un infarto all'età di 61 anni. A vincere il Festival è l'inedito trio formato da Gianni Morandi, Umberto Tozzi ed Enrico Ruggeri, scelto in extremis per sostituire il rinunciatario Raf che iniseme allo stesso Tozzi e a Giancarlo Bigazzi è anche tra gli autori del brano che è il celebre inno solidale "Si può dare di più". Al secondo posto si piazza Toto Cutugno con "Figli" ed al terzo Albano Carrisi e Romina Power con "Nostalgia canaglia" scritta dalla coppia insieme a Vito Pallavicini, Willy Molco e Vito Mercurio. Il premio della critica va, invece, a Fiorella Mannoia con "Quello che le donne non dicono" scritta da Enrico Ruggeri e Luigi Schiavone. In questo modo Ruggeri bissa la vittoria del Festival come interprete con quella del premio della critica come autore che, tra l'altro aveva già vinto nell' edizone precedente con "Rien ne va plus". Altri brani da segnalare tra i Campioni sono: "Io amo" cantata da Fausto Leali e scritta con Toto Cutugno e Franco Fasano arrivata quarta; "Il sognatore" proposta da Peppino Di Capri e scritta sempre da Toto Cutugno con Salvatore De Pasquale e arrivata quinta; "Come dentro un film" di Luca Barbarossa giunta nona; "L'odore del mare" di Eduardo De Crescenzo scritta con Guido Morra e Maurizio Fabrizio arrivata quindicesima e "Rosanna" di Nino Buonocore arrivata ventitreesima. Gli altri big in gara erano: Marcella Bella, Ricchi e Poveri, Christian, Lena Biolcati, Rossana Casale, Flavia Fortunato, Dori Ghezzi, Scialpi, Le Orme, Tony Esposito, Sergio Caputo, Mario Castelnuovo e Nada. Tra i Giovani, invece, vince Michele Zarrillo con "La notte dei pensieri" scritta con Luigi Albertelli e Luigi Lopez mentre il premio della critica va, in questa categoria, a Paola Turci con "Primo tango" scritta da Gaio Chiocchio, Mario Castelnuovo e Roberto Righini che, in gara, non arriva nemmeno in finale. Da segnalare tra i giovani la presenza di Andrea Mirò e Mariella Nava oltre a Miki, Future, Enrico Cifiello, Claudio Patti, Ricky Palazzolo, Chiara e Forti, Umberto Marzotto, Paolo Scheriani, Teo, Alessandro Bono, Berger e Charley Deanesi. La sigla d'apertura del Festival di questa edizone è "Cantare" composta da Pippo Caruso ed eseguita dal gruppo Mediterranea mentre quella di chiusura è "Warriors of the Westeland" dei Frankie Goes to Hollywood.