E' il 1981 quando un giovane Luca Barbarossa si presenta al 31° Festival di Sanremo con "Roma spogliata", una disincatata serenata che il giovane cantautore, arrivato dal trionfo a Castrocaro con "Sarà l'età", dedica alla sua città natale. Il brano nasce sui banchi di scuola dove, l'artista, ancor lontano da prospettive commerciali, mette nero su bianco il testo durante una lezione d'italiano senza sapere che quegli appunti buttati giù un po' per caso gli avrebbero concesso di entrare tra i professionisti della musica. Con la stessa naturalezza con la quale l'avrebbe accennata tra gli amici di scuola Barbarossa la canta sul palco dell'Ariston e subito si nota quel qualcosa in più che solo i grandi artisti sanno trasmettere. Il brano si classifica quinto ed ottiene un'ottima risposta del pubblico che poi lo sosterrà sempre lungo tutta la sua carriera non sempre baciata allo stesso modo dai media e dalla critica. Sebbene, infatti, Barbarossa sia un cantautore stimato non gode di quella visibilità che magari è concessa ad altri. Anche per questo, Luca, si è saputo reinventare anche come conduttore radiofonico portando al successo la sua trasmissione sulle frequenze Rai "Radio 2 Social Club" sempre grazie a quel pubblico che ne apprezza la sua umiltà e la sua grande professionalità. Tornando a "Roma spogliata", il brano viene lanciato in un singolo insieme a "Se il mio letto volasse" prima di essere inserita nell'album d'esorido di Barbarossa che porta come il titolo il nome e cognome dell'artista. A dare fiducia a Barbarossa è un altro grande artista e cioè Shel Shapiro che produce il disco oltre a partecipare attivamente dal punto di vista delle musiche suonando, nel caso del suddetto brano, il piano Fender. Inoltre, tra i musicisti impegnati nel progetto, troviamo anche Antonello Venditti al pianoforte oltre a Marco Ferradini che compare nella squadra dei coristi. Per ciò che riguarda Barbarossa è doveroso ricordare che oltre a cantare ed interpretare questa dolce e, talvolta, malinconica serenata suona anche la chitarra che fa da tappeto musicale al brano. Il testo, come detto, rappresenta una serentata disincatata che però non riesce a celare tutto l'amore che l'autore prova per questa città unica e particolare come Roma. Barbarossa raffigura la capitale italiana in diversi aspetti, anche negativi, che solo chi conosce profondamente il luogo può cogliere e lo fa con lo stesso garbo con il quale un uomo innamorato userebbe parlando della donna che ama. Un garbo che, tra l'altro, contraddistingue tutta la carriera professionale ed umana di un'artista che, anche nei momenti di maggior successo, non ha mai perso quella semplicità e quella umiltà di quel ragazzo che scriveva quegli appunti tra i banchi di scuola.