"Pensieri e parole" è uno dei brani di maggior successo nati dalla storia collaborazione tra Lucio Battisti e Giulio Rapetti, in arte Mogol. La canzone nasce nel 1971 come singolo per poi essere inclusa, l'anno successivo, nell'album "Lucio Battisti Vol. 4". Se il singolo, dal punto di vista commerciale, sarà il brano più venduto dell'anno, l'album non avrà la stessa fortuna arrivando solo al terzo posto dell'hit parade e offuscato anche dal lancio, nello stesso periodo, del 45 giri che comprendeva "Anche per te" e, soprattutto, "La canzone del sole". A parte, però, i riscontri del mercato dell'epoca, il suddetto brano vivrà di luce propria anche negli anni successivi diventando uno dei brani più rappresentativi della carriera di Battisti e del sodalizio artistico con Mogol. Il testo parla dell'incomunicabilità esistente in un rapporto sentimentale orami finito ma che, il protagonista, ancora chiaramente confuso, vorrebbe ripristinare. Si tratta, inoltre, di un brano autobiografico: vi sono, infatti, molti riferimenti al rapporto di coppia vissuto da Mogol finito con una traumatica separazione oltre a tante immagini che descrivono l'infanzia e l'adolescenza del paroliere milanese. Vengono, dunque, citati momenti di quella vita di periferia iniziata rubando frutta negli orti, avendo i primi pudici approcci con l'altro sesso solo al buio o ricordando, con emozione, i giochi in quel campo di grano incontaminato che gli appariva come profanato dalla loro vivacità, l'ansia con la quale si attendeva l'apertura domenicale di quell'unico cinema di periferia che li faceva sognare con sole cento lire o ancora quella ferrovia che era un po' il limite del loro piccolo mondo. A tutti questi "pensieri" si affianca l'altra faccia del brano, ben separata anche musicalmente, rappresentata dalle "parole" di uomo maturo in pieno stato confusionale: ferito da un amore finito e segnato da quel rapporto che intende, a tratti, riportare a se. L'uomo, fiero e consapevole della sua onestà ed integrità morale, ha ben presente che quella storia è finita ma si appella a Dio affinchè superi il traumatico momento della separazione e, allo stesso tempo, vorrebbe essere perdonato da quella donna a cui lascia, comunque, sempre uno spiraglio di riapertura per un bene che ancora prova verso di lei frutto di un forte legame maturato negli anni. Tra i tanti ricordi della vita di Mogol cantati da Battisti in questo brano vi è anche un viaggio in Inghilterra, che l'autore fece per studio e dove, ospitato in una casa ebraica si fidanzò con una ragazza isrealita mentendo sulla propria fede religiosa. Il capofamiglia dell'abitazione in cui era ospitato, infatti, lo portò in un circolo ebraico e, per favorire l'integrazione del giovane Mogol, lo fece passare per ebreo. In quel contesto, l'autore, trovò questa ragazza oltre ad un gruppo di amici ma, durante una festività ebraica, con una domanda mal posta, Mogol, svelò involontariamente le proprie origini religiose perdendo amici e ragazza. Una canzone, quindi, che ripercorre momenti di vita vissuta da Mogol e che si concentra sui sentimenti sinceri e contrastanti provati verso questa donna con la quale ha condiviso momenti felici fino alla conclusione del rapporto in un periodo storico in cui la separazione era vista ancora come un dramma soprattutto nel caso in cui vi erano anche dei figli come, appunto, nel caso di Mogol. Al valore emotivo del brano poi si aggiunge l'interpretazione sublime di Lucio Battisti che, in qualche modo, regala l'eternità a questa storia d'amore oltre a scrivere un nuovo capitolo della storia della musica italiana. Tra l'altro, il brano, appariva agli occhi scettici di alcuni addetti ai lavori come lo stesso produttore artistico Alessandro Colombini come la fine del sodalizio Battisti-Mogol ma i risultati di critica e pubblico furono tutt'altro che negativi e i due lavorarono insieme fino al 1980 collezionando tanti altri successi prima di sciogliere il binomio per sole divergenze artistiche e senza litigi come, invece, sostenevano tante voci infondate circolate in quel periodo e negli anni successivi. In seguito Mogol ha continuato a scrivere per diversi artisti ed in particolare con Riccardo Cocciante mentre Battisti, che proprio dal 1980 non si esibirà più pubblicamente, si affidò prima a Velezia, nome d'arte di Grazia Letizia Veronese, e poi a Pasquale Panella. Nel 1998, infine, si vocifera di riavvicinamento artistico tra Mogol e Battisti ma ciò non avvenne mai per la morte del cantate che avvenne proprio nel settembre del 1998 all'età di 55 anni probabilmente a causa di un tumore o, secondo altre voci, di glomerulonefrite, patologia infiammatoria dei reni. I funerali furono tenuti in forma strettamente privata a Molteno e fra le appena venti persone ammesse vi era anche Mogol a conferma del loro buon rapporto nonostante la separazione artistica.