"Napoli" è un bellissimo brano di Franco Califano, scritto in collaborazione con Alberto Laurenti e Antonio Gaudino e pubblicato nell'album "Ma io vivo" del 1994. Nello stesso anno, la canzone, viene presentata al 44° Festival di Sanremo dove, però, arriva addirittura ultima. Il testo è centrato sull'eterna lotta interna all'Italia tra nord e sud e, Califano, prova a trovare le parole giuste per avvicinare le parti puntando sulla fratellanza e sull'uguaglianza. Il protagonista del brano, in particolare, si trova a Venezia ma, lontano dalle sue radici, soffre la mancanza della sua città e chiede ad un gondoliere, in un malinconico delirio, di essere accompagnato a Napoli. Un bel testo ed una atmosfera unica che Califano riesce a creare sia con la forza di parole forti e sentite e sia con quella capacità interpretativa che lo ha portato, pur non avendo grandi doti canore, ad essere uno dei cantautori più carismatici ed apprezzati dal pubblico italiano. La questione nord-sud, inoltre, appartiene non poco a Franco che pur essendo romano d'adozione, è nato a Tripoli da genitori campani e trascorse alcuni anni a Nocera Inferiore, provincia di Salerno, dopo il rientro dalla Libia dove il padre era impegnato nell'Esercito Italiano per poi trasferirsi, con la famiglia, definitivamente a Roma. Quindi, Calfiano, sentiva particolarmente la canzone non avendo dimenticato le proprie origini meridionali ed avendo vissuto direttamente o, indirettamente attraverso i suoi genitori, parole e comportamenti che spesso rasentano il più vile e palese razzismo. Probabilmente qualche evento in particolare è rimasto dentro quell'animo così sensibile del cantautore che nel 1994 ha dato vita a questo splendido testo tanto malinconico quanto profondo e poetico. Ovviamente una canzone, seppur bella, non può cambiare le cose ed ancora oggi, purtroppo, questa eterna lotta campanilistica continua ad essere alla base di incresciosi fatti di cronaca o di avvenimenti quotidiani, magari di minore rilevanza ma comunque inacettabili in una società che si ritiene civile. Ciò che manca, oggi più di ieri, è proprio quel rispetto, invocato anche dal Califfo, che dovrebbe essere alla base di ogni rapporto umano.