E' il 2001 quando Aleandro Baldi, toscano doc, si presenta in gara al Festival di Napoli con una canzone in dialetto scritta direttamente per lui da Federico Salvatore. "'Na ninna nanna 'e mare", appunto, tratta di un amore a distanza vissuto tra Napoli e Firenze ma appare anche come una evidente dichiarazione d'amore verso la stessa città di Napoli. Le barriere geografiche vengono, quindi, annullate da un sentimento forte che non conosce confini e che, attraverso il mare, arriva, senza problemi, a raggiungere ogni luogo. La stessa forza, tra l'altro, la si trova nella musica e nella poesia ed è anche questo il parallelismo che si evince da questo testo scritto da una delle penne più belle della Napoli attuale come Federico Salvatore per un interprete dalla grande sensibilità come Aleandro Baldi che, tra l'altro, offre una ottima prova anche dal punto di vista linguistico confrontandosi con il dialetto napoletano. In quesl Festival, tra l'altro, Federico Salvatore affiancava Enrica Bonaccorti alla conduzione e fu proprio in questa occasione che il cantautore partenopeo lanciò quella sarebbe stata la perla della sua carriera ma anche la sua condanna verso un certo sistema televisivo ovvero "Se io fossi San Gennaro". Dopo quella esibizione, fatta a sorpresa, venne repentinamente lanciata la pubblicità dopo delle ridicole scuse della conduttrice verso il pubblico che, invece, aveva visibilmente apprezzato il brano. Tornati dalla pubblicità, Federico Salvatore, scomparve dal programma e dai canali Mediaset che, ancora oggi, lo ignorno. Simile sorte, l'artista, la ebbe anche in Rai fino a che nel 2007 un grande uomo quale Gianfranco Funari, nella sua ultima trasmissione prima di morire, invitò Federico raccontando questa ignobile storia, lo fece cantare il suo brano e diede finalmente un seguito a quel caloroso applauso stroncato qualche anno prima. Storia diversa, invece, quella di Aleandro Baldi che però non manca, purtroppo di episodi tristi, come quando gli fu riferito, dopo l'exploit di Andrea Bocelli, che l'industria musicale italiana non poteva permettersi di mandare avanti due non vedenti o come l'assenza quasi totale di promozione attraverso i principali media radio-televisivi dei suoi ultimi lavori discografici. Due veri artisti, quindi, accomuniti da un rapporto non facile con i media e, soprattutto, dall'immenso talento artistico. Questo connubio, nato sotto la regia di Giancarlo Bigazzi, grande autore e produttore che all'epoca collaborava con entrambi gli artisti, diede vita a questo affascinante brano che sembra arrivare dal passato di una Napoli che fu. Note apparentemente antiche legate ad arte per confezionare una canzone d'altri tempi perfettamente in linea, tra l'altro, con la vocalità di Baldi che offre una magistrale ed intensa interpretazione. Una vera chicca, quindi, passata senza troppo clamore in una delle ultime edizioni del Festival di Napoli vinto, tra l'altro da Mario e Francesco Merola con "Ll'urdemo emigrante" e, mai più riproposta dai media.