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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

"La guerra di Piero": Un capolavoro firmato De Andrè

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Siamo nel 1964 quando  Fabrizio De Andrè pubblica "La guerra di Piero" all'interno di un 45 giri che contiene anche una seconda versione di "La ballata dell'eroe", già edita nel 1962. Entrambe le canzoni hanno per tema la guerra e Fabrizio De Andrè ha più volte dichiarato che questi brani erano ispirati alla figura di suo zio Francesco che di ritorno da un campo di concentramento aveva passato il resto della sua vita alla deriva e che con i suoi racconti aveva segnato profondamente la sensibilità del cantautore genovese. "Io della guerra ne ho parlato molto, ne ho parlato soprattutto ne "La guerra di Piero" - dichiarò De Andrè - attraverso i racconti che me ne faceva mio zio, il fratello di mia mamma, che si fece tutta la campagnia di Albania". Mentre il testo della canzone appartiene unicamente a Fabrizio De Andrè, la musica venne composta in collaborazione con il chitarrista Vittorio Centanaro che, però, non essendo all'epoca iscritto alla Siae non compare tra gli autori ufficiali. Quando venne pubblicata, la canzone, non ebbe molta visibilità ma fu con la rivolta del '68 che trovò la sua dimensione entrando nel repertorio militante degli studenti di sinistra e in quello dei cattolici. Grazie a queste lotte sociali, il brano, venne divulgato ed ottenne quel ruolo importante nella nostra cultura e nella nostra storia che ancora oggi mantiene. Lo stesso De Andrè dichiarò: "Quando è uscita, "La guerra di Piero" rimase praticamente invenduta. Divenne un successo solo cinque anni dopo, con il boom della protesta, con Dylan, Donovan e compagnia. Penso che finirò per scrivere una canzone in favore della guerra, che naturalmente venderò nel 1980 quando ci sarà qualche "guerra sacra" in nome di qualche non meglio identificato ideale". Per ciò che riguarda il brano in se, i critici, hanno notato dei riferimenti e delle somiglianze più o meno volute all'interno della composizione. Pare ci siano, infatti, richiami ad una celebre poesia del 1870 di Arthur Rimbaud, "Le dormeur du val" ovvero "L'addormentato nella valle", musicata e cantata da Leo Ferrè nel 1955. Inoltre si possono notare corrispondenze, probabilmente casuali, con la canzone "Le soldat de Marsala" di Gustave Nadaud ispirata alla spedizione dei mille guidata da Garibaldi. Altro richiamo, verosimilmente voluto, è quello al brano "Dove vola l'avvoltoio" scritta da Italo Calvino nel 1958 e musicata da Sergio Liberovici. De "La ballata di Piero" esiste una seconda versione pubblicata da De Andrè nel 1968 in "Volume III" che varia nella velocità della esecuzione rispetto all'originale che ha un ritmo lento. Nel 1979, inoltre, arriva la versione live con gli arrangiamenti curati dalla PFM  in "Fabrizio De Andrè in concerto". Il brano, come tutti i grandi classici, è stato oggetto anche di diverse cover come quella di Adriano Celentano del 2003 e quella dei Modena City Ramblers in duetto con  Piero Pelù. Un pezzo di storia, quindi, della musica italiana ed ennesima prova della grandezza assoluta del maestro del cantautorato italiano.

 

 

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