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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

"L'inno di Papele": Federico Salvatore firma l'inno del Sud

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"L'inno di Papele" è uno dei brani del nuovo lavoro discografico di Federico Salvatore "Pulcin'hell" in cui l'artista continua la sua lotta campanilistica in modo civile e mettendo in campo, cultura, intellingenza e arte pura, difende con orgoglio le proprie origini meridionali in un periodo storico ove, solo per motivi legati al calcio, si sono accesi finalmente i riflettori della cronaca su di una forma di razzismo da sempre esistita nel nostro paese dove ci si sente fratelli solo ai mondiali. E proprio questo, attraverso questo inno del Sud, il cantautore napoletano intende esprimere ad una nazione spaccata in due dove il meridione continua ad essere oggetto di situazioni imbarazzanti che arrivano anche da chi, questa nazione, la dovrebbe governare. Dinnanzi a queste cose insostenibili, il Sud rivendica giustamente la propria identità e sente di non essere più rappresentato dal tricolore italiano e dall'inno di Mameli. Federico Salvatore, con la solita bravura, mette nero su bianco questi pensieri e chiede una risposta sincera sul reale valore di una bandiera che sventola solo nelle partite di calcio e che, nel quotidiano, non porta più quel orgoglio patriottico che dovrebbe esprimere attraverso reali attegiamenti fraterni tra gli abitanti delle diverse sponde dello stivale italico. Non è la prima volata, inoltre, che Federico Salvatore affronta questo tema e una delle pagine più intense della sua storia artistica è rappresentata da "Il monumento" tratta proprio della farsa dell'unità d'Italia e della libertà, da sempre negata, al Sud. Ma, Salvatore, non è stato l'unico artista meridionale a trattare la questione ma ciò è stato fatto, tra l'altro egregiamente, anche da Eddy Napoli con il brano "Malaunità". Un tema importante, quindi, che sta molto a cuore a chi ha una storia, una tradizione ed una cultura da difendere e non può accettare, indifferentemente, ai continui soprusi subiti da chi ha usato la menzogna per rubare un potere ed una ricchezza che, una volta, apparteneva solo al Sud. Basta leggere la storia, infatti, per capire l'imbroglio dell'unità d'Italia come basta vedere il comportamento dei nostri "fratelli" settentrionali per capire che quella bandiera e quell'inno non hanno più ragione di esistere e che è giusto rivendicare la propria storia con il nuovo inno firmato da un vero artista della nostra musica che non sarà mai un prezzolato e preferirà sempre essere ricordato sempre come un figlio della cultura borbonica che come un discendente di Al Capone.

 

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