"L'allenatore" è un brano di Gianni Morandi, Gian Luigi all'anagrafe, del 2004 e pubblicato all'interno dell'album "A chi si ama veramente". Uscito in tre versioni, ovvero, cd, cd più dvd e, nel 2005, in dual disc con supporti video e cd audio, l'album viene immesso sul mercato in seguito all'omonimo spettacolo televisivo in una serata trasmesso da Canale 5. Scritto da Fortunato Zampaglione in collaborazione con lo stesso artista di Monghidoro, in provincia di Bologna. Il testo è dedicato alla figura dell'allenatore di calcio in quanto uomo treghettatore delle speranze dei tifosi e dei sogni dei giovani calciatori, maestro ed educatore per la loro crescita umana prima ancora di quella sportiva. Nella canzone, infatti, si mette in risalto il lato umano di quell'uomo costretto a far fronte alle diverse fazioni che spingono per ottenere risultati positivi in campo e ad assumersi ogni tipo di responsabilità su eventuali fallimenti che possono essere semplicementi figli del fato. Il calcio, infatti, non è una scienza esatta ma vive su tanti fattori che non vengono certo sopraffatti dalla sola bravura o capacità tecnico tattica. Ci sono, quindi, gli aspetti legati alla fortuna, traversa e pali o, ancora, ad errori riconducibili a terzi come le sviste arbitrali ma in un mondo dove girano miliardi, quale quello del calcio moderno, dove ci sono tanti interessi non ammette ragioni e, spesso, non accetta la sconfitta del campo riducendo l'allenatore a capro espiatorio e mettendolo sulla graticola. Tale concenzione, ovviamente, è lontano dai principi dello sport ma in quel businnes che rappresenta il calcio di oggi l'espressione decoubertiana "L'importante è partecipare" ha perso il suo senso. L'allenatore, quindi, paga spesso per colpe non sue bensì per permettere alla proprietà di club di placare la rabbia della tifoseria tagliando la testa al colpevole. Ma nel testo cantatao da Morandi si mette in risalto soprattutto la passione di uomo che ha passato la sua vita dietro ad un pallone sopportando afa, gelo e pioggia nell'aria della sua panchina per seguire ogni azione dei suoi ragazzi con determinazione per cercare una vittoria che gli potrebbe valere una breve gloria e una salvezza da rimettere in discussione nella partita successiva. Nel brano c'è anche il confronto tra una partita e la vita, dove quest'ultima viene vista come una sfida da affrontare da soli dove per vincere, proprio come nel calcio, non basta solo lottare ma bisogna dare tutto con la consapevolezza che potrebbe non bastare e che esiste sempre l'incognita della sorte. Ma nella vita di un allenatore come quella di ogni essere umano, oltre le difficoltà, c'è anche la vittoria ottenuta dopo tanti ostacoli e tanto veleno in un mondo privo di valori dove chi conta sono solo i vincitori mentre dei perdenti se ne cancellano i nomi. Un gran bel pezzo, forse tra i meno noti ai più dell'artista bolognese, ma che merita di entrare tra le perle della musica italiana per la intensa e lucida rappresentazione della figura di questo eroe dello sport e della vita.