"Inneres Auge" è un brano di Franco Battiato pubblicato nell'album "Inneres Auge - Il tutto è più della somma delle sue parti" del 2009. Scritto con il fidato collaboratore Manlio Sgalabro, il brano, fa riferimento all'occhio interiore che è anche il significato del suddetto titolo in lingua tedesca. Il cantautore ha scelto di utilizzare il termine in idioma teutonico poichè rappresenta in modo più efficace ciò che l'artista intendeva esprimere con questo testo. "In italiano - ha spiegato lo stesso Battiato - si dice "terzo occhio", ma non mi piace, fa pensare ad una specie di Polifemo". L'autore cercava, quindi, una espressione più profonda dichiarando in merito :"I tibetani hanno scritto cose mangifiche sull'occhio interiore, che ti consente di vedere l'aura degli uomini: qualcuno ce l'ha nera, come certi politici senza scrupoli, mossi da bassa cupidigia; altri ce l'hanno rossa, come la loro rabbia". Nel testo, infatti, Battiato pone l'accetto sull'avidità e sulle bassezza di una classe politica indecente con chiari riferimenti alla situazione italiana. Una realtà, la nostra, dove conta solo il denaro e dove la giustizia è nient'altro che una pubblica merce dove solo chi può tentare il prossimo con l'esca del denaro può avere la meglio. Battiato, quindi, invita a riflettere su ciò che ci circonda osservando la vita tenendo le palbebre chiuse fino ad arrivare, con pazienza, ad intravedere un chiarore che non è altro che lo sguardo del nostro occhio interiore che si apre allo spirito rifiutando la materia e, con essa, lo squallore di una realtà in cui i veri valori sembrano essere solo un lontano ricordo di un mondo civile. Il cantautore, quindi, consiglia, una volta tornati ad osservare la realtà con i propri occhi di contiuare a seguire quella scia che porta allo spirito aiutandosi magari con le parole o le opere dei grandi artisti del passato poichè solo l'arte e la cultura riescono ancora arrivare a meravigliare e, allo stesso tempo, possono essere l'unica arma che una società civile può utilizzare per combattare l'evidente squallore e la decadenza dei nostri tempi. Un testo significativo, quindi, che esprime ancora una volta la grandezza di uno dei più grandi autori della nostra musica come Franco Battiato che riesce, come pochi, sempre a rappresentare precise istantanee della nostra realtà ed a trovare la chiave giusta per invitare alla riflessione affichè la musica non perda mai il suo alto valore culturale in un panorama italiano sempre più povero di grandi autori.