"Ho conosciuto il dolore" è una lirica stupenda con cui Roberto Vecchioni ci parla della sua esperienza più difficile e cioè quella in cui ha dovuto lottare, avendo fortunatamente la meglio, contro un tumore al rene e ne parla attraverso la poesia raccontando il suo incontro-scontro col dolore immaginandolo come una entità fisica. Contenuto nell'ultima meraviglia discografica "Io non appartengo più", questo brano, rappresenta l'intelligenza e la capacità autoriale di una delle penne più profonde del nostro tempo che riesce a rimanere lucido e affascinante anche parlando di un tema così delicato. Il significativo racconto di Vecchioni si apre con la conoscenza di questo elemento della vita con il quale tutti, prima o dopo, dobbiamo fare i conti e non è riferito solo all'esperienza del tumore del quale, da grande uomo quale è, ne ha parlato solo dopo averlo sconfitto ma anche delle sofferenze legate alla malattia di un figlio, all'addio di un vecchio amore o ancora all'indifferenza del mondo alla fame ed alla povertà per poi rendere l'idea, attraverso la poesia, di come è riuscito a batterlo mettendolo all'angolo fino a farlo saltare fuori dal ring della sua vita. Vecchioni, nel brano come nella vita, ha utilizzato contro il male la forza di volontà e le armi dell'arte mostrandosi forte dinnanzi a quell'oscura presenza e continuando ad affrontarlo con canzoni e parole che hanno dato la forza ad un semplice uomo di stordire e far tremare quella entità che le prova tutte per rovinarti la vita ma che può essere sconfitta se non gli si fa capire la propria, umana e comprensibile, paura. La grandezza dell'uomo e dell'artista, inoltre, viene fuori anche dopo aver scacciato la minaccia e cioè quando Vecchioni, riesce a provare addirittura pietà verso quel terribile nemico condannato alla solitudine ed al suo infausto mestiere. Allo stesso tempo, però, Vecchioni è fiero di dirgli: "...Tu con me non puoi niente..." oppure, in un affronto faccia a faccia in cui il dolore è costretto dall'uomo ad ascoltare senza fiatare: "...Io sono vivo e tu, mio dolore, non vali un cazzo di niente...". Con questa frase, Vecchioni, butta fuori tutta la rabbia provocata da quella entità ed accumulata per giorni e giorni aspettando il momento di potersi dichiarare vincitore di questa sfida. Pur sapendo, inoltre, che probabilmente quella meschina figura si riproporrà nella sua vita, come in quella di ogni altro uomo, sotto chissà quale altra forma, Vecchioni ha espresso con questo brano la possibilità di poter lottare a testa alta utilizzando la propria voglia di vivere e di abbattere il nemico con la mente più che con il corpo ed è questa sicuramente l'unica strada da percorrere in questi casi per avere la meglio del dolore o, almeno, di provarci con dignità.