"Geordie" popolare canzone diffusa in Italia da Fabrizio De Andrè e diventata una delle sue composizioni più amate ha radici antiche. Infatti, la storia, nasce da una ballata britannica del XVI secolo ed è la numero 209 delle Chil Ballads. De Andrè ne ha registrato una versione sua, in italiano, duettando con Maureen Rix pubblicandola in un signolo insieme ad "Amore che vieni, amore che vai" nel 1966, per poi farne una ulteriore stupenda interpetazione live con la figlia Luvi De Andrè, Luisa Vittoria all'anagrafe, all'interno dello storico concerto al teatro Brancaccio di Roma pubblicano in "Fabrizio De Andrè in concerto" del 1999. Nelle tante verisoni proposte nella storia di questa ballata pubblicata la prima volta nel 1962 da Joan Baez fino alla versione dance di Gabry Ponte del 2002 ci sono alcune differenze che vanno nel testo che vanno dal tipo di crimine commesso dal protagonista, dall'entità dello stesso fino alla parentela con la donna che chiede che gli venga fatta salva la vita. Infatti, il testo, parla di un ragazzo, bracconiere per gli inglese, che nella versione di De Andrè ruba sei cervi dal parco del re vendendoli per denaro e viene condannato, per le sue origine evidentemente aristocratiche, all'imiccagione eseguita con una corda d'oro che in altre versione divine una catena. La donna, moglie o fidanzata, a seconda delle versioni, implora la sua salvezza o chiede, nel testo di De Andrè, che almeno la sua esecuzione venga eseguita quando sarà invecchiato: "...cadrà l'inverno anche sopra il suo viso...potrete impiccarlo allora...". Spesso nelle verisoni c'è il lieto fine ma non in quelle inglese dove il bracconaggio era una ritenuta una piaga enorme e da combattere ed era, quindi, importante far passare un messaggio di durezza. Non in tutti le verisoni, però si parla di furto di cervi bensì anche di cavalli o di altri tipi di crimini come l'omicidio o come la ribellione al potere. La ballate pare abbai anche un fondamento storico, infatti, potrebbe rappresentare la storia di George Gordon, conte di Huntly, che fu condannato a morte come traditore nel 1589 per essersi ribellato contro Giacomo VI, re di Scozia. All'epoca, Gordon, fu rilasciato previo riscatto ma, soprattutto, per evitare problemi con la famiglia del ragazzo da sempre alleata potente della Corona. Per ciò che riguarda De Andrè, in Italia, la sua verisone ha contribuito in maniera quasi assoluta a far conoscere questa storia e questa ballata che, per molti, rimane ancora e unicamente una creazione dell'artista genovese. Non v'è dubbio che la sua versione, per quanto non del tutto originale, abbia dato grande spessore a questo testo regalando al mondo una ulteriore prova del suo immenso genio. Inoltre, la verisone di De Andrè, ha contribuito all'epoca, anche ad un incremento del nome Geordie negli anagrafi del nostro paese.