"Fra..gi..le" è un brano di Francesco Baccini del 2006 pubblicato nell'omonimo album che non è altro che una riedizione del precedente disco "Stasera teatro" con l'aggiunta di tre inediti. Con questo brano, Baccini, si era candidato a partecipare al Festival di Sanremo e sembrava destinato a parteciparvi fino all'annuncio ufficiale dei concorrenti dove prese atto della esclusione e dichiarò la sua delusione. A quel Sanremo, però, Baccini vi partecipò lo stesso grazie all'invito dell'amico e fans Giuseppe Povia che lo chiamò a duettare con lui nella quarta serata in una esibizione particolarmente sentita viste le polemiche dei giorni precedenti. Con "Fra..gi..le" Baccini era intenzionato a fare un grande ritorno nella musica pop soprattutto dal punto di vista mediatico dove spesso viene dimenticato come, tra l'altro, succede a tanti altri artisti ignorati dai media. In effetti, Baccini, in questo brano si ripropone al meglio con la sua caratteristica voce e la sua abilità al pianoforte senza dimenticare le sue capacità autoriali figlie della grande scuola ligure ed, in particolare, dell'amore verso Luigi Tenco al quale ha anche dedicato "Baccini canta Tenco", un album ed uno spettacolo live rivisitando le sue più belle canzoni. Citando in oltre un altro grande figlio di quella terra, ovvero, Fabrizio De André è giusto menzionare che proprio l'immenso Faber vedeva in Baccini l'erede di Tenco definendolo: "Un Tenco a colori". Il suo stile, infatti, si avvicina molto a quello di Tenco e Baccini non perde occasione di ricordare il suo mito in ogni concerto. Tornado al brano, Baccini, si mette a nudo, mostrando le sue paure e le sue insicurezze nella vita di oggi. L'autore, nel brano, si definisce un uomo del '700 e, quindi, non in linea con un presente che pretende che ogni uomo si mostri sempre forte, virile ed infallibile. Baccini, scavando nel proprio animo, regala questa dichiarazione intimista del proprio essere non accettando quella mania di ostentare fortemente presente nell'odierna collettività sociale. Un messaggio di umiltà e di umanità, quindi, è ciò che l'autore intende far passare spogliandosi di ogni maschera che il nostro tempo, talvolta, ci impone.