Sebbene in quest'ultimo anno il cantautore napoletano Edoardo Bennato non abbia pubblicato alcun album di inediti non si è tenuto lontano dall'esprimere il punto di vista in tema di patria nell'occasione del centociquantesimo anniversario dell'unità d'Italia. "Italiani", questo il titolo della canzone, è stata presentata a marzo in diretta televisiva nella trasmissione "Centocinquanta" condotta da Pippo Baudo e Bruno Vespa ed è apparsa per la fedeltà e l'appartenenza espressa al tricolore, in contrasto ai precedenti brani che l'artista ha scritto sul tema del nostro Paese. In effetti, in "C'era un re", "La bandiera", "Il Paese dei balocchi" e "Il capo dei briganti", il cantautore non si è mostato esattamente un fan dell'Italia ma, a voler esaminare questi testi si legge l'amarezza di un italiano che ama le sue radici ma si sente tradito in determinate situazioni che possono far riferimento al razzismo e al maltrattamento verso il sud come in "Il capo dei briganti" e in "C'era un re" o al nazionalismo estremo che non porta altro che a odio e guerre in "La bandiera". Ne "Il Paese dei balocchi", invece, Bennato tratta l'immigrazione di diversi popoli in difficoltà che credono di trovare qui la propria America. Ecco spiegato in due righe quel contrasto che, in realtà, non è mai esistito: non avesse avuto amore per la propria terra, Bennato, si sarebbe potuto mostrare indifferente a queste tematiche ma, da attento osservatore della nostra realtà, ha voluto scrivere in musiche e parole le sue riflessioni. D'altro canto l'affetto per la nostra nazione, l'autore, l'ha evidenziato anche nell'inno scritto e cantato con Gianna Nannini per la nazionale di calcio in occasione dei Mondiali del 1990 "Un'estate italiana". Le radici terrene sono state un po' il simbolo di questo 2011 per Edoardo che a maggio presenta "La mia città" un testo che rappresenta pregi e difetti della città che gli ha dato i natali e che porta nel cuore che è Napoli. La voglia di cambiare l'andazzo e la speranza che prima o poi accada davvero a patto che sia un volere comune è il messaggio che il cantautore vuole lanciare ai suoi concittadini "...Ma domani chi lo sa...vedrai che cambierà...magari sarà vero...ma non cambierà mai niente...se ci credo solo io...". Ma Bennato non è nuovo a questo tipo di messaggi che ritroviamo simile in un testo scritto dallo stesso autore nel 1974 e cioè "La mia città...(Tira a campare)". Il nuovo singolo rafforza il messaggio del precedente brano con la volontà di eliminare luoghi comuni che potrebbero servire da alibi o da giustificazioni per continuare a tirare a campare invece di vivere nella maniere più normale e civile possibile. Oltre questi due singoli, Bennato, in questi giorni, è di scena nei teatri italiani con "Peter Pan, il musical", di cui ha scritto l'intera colonna sonora che comprende oltre ai brani di "Sono solo canzonette" anche altri successi come "Viva la mamma" e "In fila per tre" oltre all'inedito "Che paura". Lo spettacolo è interpretato, tra gli altri, da Manuel Frattini, Pietro Pignatelli e Martha Rossi ed è diretto da Maurizio Colombi. Aspettando, quindi, un nuovo album di inediti è giusto apprezzare e ringraziare un grande grande artista come Bennato per questi nuovi profondi ritratti della nostra storia.