Pubblicato in anteprima il nuovo video ufficiale di Federico Salvatore realizzato per la canzone "Il monumento" inserita nell'album "Fare il napoletano stanca" uscito nel 2009. Rispetto alla canzone, però, il video contiene anche un prologo recitato che prepara lo spettatore a quello che poi sarà il tema centrale proposto dal brano. Questo progetto, che arriva a due anni dalla pubblicazione del disco, è tornato di grande attualità quest'anno per la ricorrenza del centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia che poi è la chiave del testo provocatorio e veritiero proposto dal cantautore napoletano. Da vero uomo del sud, orgoglioso delle sue radici e grande conoscitore della storia gloriosa del meridione italiano, Salvatore, ha voluto ripercorrere la strada del meridionale medio dal post unità d'Italia ad oggi con tutte le conseguenze che quell'accordo e le guerre fatte per raggiungerlo hanno realmente portato nella vita di un uomo del sud. Si parte, dunque, dalla realtà di un uomo umile al servizio dei padroni normanni, tedeschi, francesi, spagnoli e borboni che non poteva che appellarsi alla pazienza per mantenere una famiglia numerosa e una briciola di dignità ormai calpestata in nome dell'obbedienza e del "Si, Sissignore padrone eccellenza!". L'epoca, quindi, delle occupazioni nel Regno delle due Sicilie che ha portato ricchezze, monumenti, cultura e gloria al nostro territorio ma tutto sulle spalle di popolo sottomesso che credeva nell'unità d'Italia come un traguardo per una liberazione e, che per tale motivo, sacrificò tantissimi figli nelle battaglie fatte per ottenerla. Si giunge, allora, al Risorgimento con i proclami all'eroe Garibaldi per aver unito il Paese ma, una volta aperte le mura del meridione quel fratello d'Italia con le piume al cappello divenne il primo traditore, un boia per l'uomo del sud ed uno stupratore-pappone per le donne. Uomini che, in effetti, rinnegavano la fratellanza acquisita sulla pelle dei martiri per la "Legge che spoglia Gesù per vestire i Savoia" dove si fa riferimento alla "Legge Rattazzi" approvata nel 1855 che provocò la soppressione di diverse corporazioni religiose. La ribellione di un popolo stanco di soprusi fu denominata dal potere Brigantismo e il meridionale, accusato ed ingiustamente perseguito, trovò come unica soluzione il vapore di un bastimento ed ecco l'epoca degli emigranti che videro nell'America la speranza di una nuova vita. Ma anche lì le cose non andarono per il verso giusto: "Dalla padella del padre padrone finì nella brace di Don Corleone". Infatti l'accoglienza ostile e la diffidenza spinsero i meridionali ad adeguarsi per ottenere rispetto per le loro famiglie e lo fecero nel modo più diretto e sbagliato e cioè con la mafia che resterà un marchio indelebile per ogni italiano. La valigia di cartone con la quale l'uomo del sud lasciò l'Italia fu, quindi, sostituita da un gessato con bottoni d'argento che suscitò, insieme ai dollari e ai gioielli indossati, un boato di felicità al suo ritorno al paese. Ma lo "zio d'America" tornato arricchito nota le facce dei compaesani che hanno gli stessi colori del tricolore "verde di rabbia, bianca di fame e rossa d'amore" e che nonostante il tempo passato vivevano ancora con le stesse difficoltà. Nessun progresso, tutti hanno i figli lontani perchè lo sviluppo, le fabbriche e quindi il lavoro lo si trova solo al nord ed anche il razzismo dei settentrionali per il Sud non è cambiato: il disprezzativo brigante di ieri si è solo tradotto nel terrone di oggi. Dopo tutto questo, però, ancora si alzano monumenti ad una libertà fittizzia per la gioia dei politici di turno senza mai ricordare i tanti martiri del sud caduti in nome di una libertà che non hanno mai ottenuto per le loro terre dove ancora si tira a campare con la forza della pazienza e ancora si lotta per diritti primari come quello al lavoro. Federico Salvatore racchiude questo pensiero con "Sulla base del marmo eretto, c'è una frase scritta in dialetto: "Quanno siente ca figlieto chiangne pecchè vò magnà, mò dalle nu' piezzo 'e sta libertà!" che tradotto è: "Quando senti che tuo figlio piange perchè vuol mangiare: dagli un pezzo di questa di libertà!". Il video è prodotto da Arancia Records e diretto da Andrea Simonetta con l'aiuto regia di Angelo Ferrara. Oltre a Salvatore, gli altri interpreti sono Mario Merone, Silvia Imperi ed il primogenito del cantautore Paride Salvatore. Consiglio vivamente di ascoltarla e di continuare sempre a seguire questo grande artista che è Federico Salvatore vera espressione dell'arte e della cultura contemporanea napoletana.