"Destra-Sinistra" è un classico pezzo dello storico teatro-canzone proposto da Giorgio Gaber, Gaberscik all'anagrafe, durante tutta la sua carriera artistica rendendolo un po' il padre italiano di tale ramo dello spettacolo. Il brano, scritto col fidato Sandro Luporini, è stato pubblicato nel 2001 all'interno dell'album "La mia generazione ha perso", ultimo disco che Gaber ha pubblicato da vivo visto che il successivo, "Io non mi sento italiano", del 2003 è stato pubblicato poco dopo la scomparsa dell'artista. Pur non essendo un inedito avendo già un passato teatrale di circa dieci anni, "Destra-Sinistra", leggermente ritoccato per aggiornarlo al periodo storico, ottiene un ottimo successo sia per la trascinante ironia di Gaber sia per il messaggio che la canzone intende lanciare sulla crisi della politica e delle ideologie della stessa ormai limitate a futili ostentazioni esteriori più vicine al fanatismo che ad un reale credo in una scuola di pensiero ed in determinati valori. Il brano, quindi, ironizza sui clichè che contraddistinguono il moderno senso di appartenenza ai due poli, ormai in realtà non così lontani, della politica italiana. La storia della nostra politica ove uomini di diverse fazioni lottavano per le proprie idee ed i propri valori è, oggi, solo un ricordo visto l'evolversi della nostra mediocre classe politica figlia di una medesima società. Più che ai valori ideologici oggi si da peso solo ai valori bollati che hanno la forza di far cambiare un uomo da uno schieramento all'altro in pochi minuti senza alcuna vergogna. L'orgoglio, la dignità, il pudore ed il proprio pensiero non hanno più senso, per certe persone, vicino ai propri interessi economici. Chi è morto affichè chiunque possa essere libero di portare avanti la propria idea, seppur sbagliata, ora si rivolterebbe nella tomba nel vedere in che condizioni è l'odierna politica italiana. Gaber a tutto questo ha voluto rispondere con la solita ironia incidendo questo suggestivo elenco di differenze tra le due fazioni che finiscono sempre più ad assomigliarsi, feticci, colori, bandiere e oggettini vari, esclusi.