"Blumùn" è un brano di Roberto Vecchioni del 1993 contenuto nell'omonimo disco che rappresenta una delle produzioni discografiche più fortunate della carriera del cantautore brianzolo. Il disco, arrivato fino al terzo posto delle classifiche di vendita, ha ottenuto un ottimo riscontro commerciale sia per la qualità dei testi, elemento sempre presente nei lavori di Vecchioni, che pr ciò che riguarda le sonorità proposte. Un ritmo coinvolgente, ad esempio, lo si trova proprio nel suddetto singolo che rimane ancora oggi un cavallo di battaglia dell'artista. La canzone rappresenta una tranquilla e pacata riflessione sulla vita e sugli anni trascorsi della stessa dove, l'autore, pone come destinatario di questi pensieri Dio. Un Dio che, attraverso la voce dell'attore Gene Gnocchi, da inizio al brano con un breve tratto parlato in cui si fa un ironico riferimento al cognome assegnato dallo stesso Signore all'artista giocando sugli anni "rubati" dallo stesso Vecchioni e "concessi" da Dio per il solo gusto di vedere, anno dopo anno, il viso serioso di un uomo che, in realtà, nasconde dentro il sorriso ingenuo di un bambino. Vecchioni risonde al Creatore confermando questa serenità d'animo che è il frutto di una vita vissuta con amore apprezzando le piccole cose che ha avuto e non rimpiangendo quelle che non possiede. L'autore si dichiara felice arrivato ad un punto della vita in cui si inizia a tirare le somme dei propri giorni e delle proprie esperienze. Gli amori, i figli, gli amici ma anche le bellezze della natura sono punti di riferimento di un viaggiatore talvolta malinconico che non mette limiti alla nostalgia e che non ha alcuna intenzione di abbandonare anzitempo tutto ciò. In ogni caso, Vecchioni, non si tira indietro a quello che sarà l'ovvio destino di ogni essere umano, ovvero, la morte ma chiede al Signore che quando quel giorno arriverà, augurandosi che sia il più tardi possibile, senza dar peso alle modalità del decesso, gli venga riservato "un buco" dove, in compagnia della sua donna e dei suoi amici, possa, di tanto in tanto, rivedere "il suo mondo". Un testo profondo e particolarmente significativo che Vecchioni, però, esprime con leggerezza quasi fosse un amichevole colloquio con una persona qualunque ed anche l'errore voluto nella scrittura del titolo che sarebbe, in inglese, Blue Moon, sottolinea il disimpegno che l'autore ha voluto dare a questo confronto con Dio. Proprio questa, quindi, è una delle caratteristiche di questa composizione che la hanno resa così amata da un pubblico così vasto e variegato. "Blumùn", infatti, è una di quelle canzoni che è arrivata anche a chi non ascolta abitualmente la musica del "Professore" ma, che non ha potuto fare a meno di farsi rapire dalle atmosfere magiche di questo brano nato, tra l'altro, osservando la luna in una notte sulla spiaggia siciliana di Mondello.