"La vita mia" è un classico del repertorio di Amedeo Minghi ed è stato pubblicato nell'omonimo album del 1989 tratto dal recital "Forse si musicale" registrato al teatro Eliseo di Roma, tranne il suddetto brano che rappresenta l'unico inedito del disco. Scritto in collaborazione con Vanda Di Paolo, la canzone, tratta di un forte sentimento provato dal protagonista verso una donna che identifica proprio come la sua stessa vita. Metafora più alta, in tema d'amore, non può esistere ed anche se può apparire banale rispecchia, senza fraintendimenti, ciò che l'uomo realmente si sente di esprimere. Nel brano vengono ricordati dei momenti vissuti in un intenso amore, quando lo stesso, sembra essere svanito proprio da parte della donna. Il protagonista non si rassegna e ricade in quei ricordi per riassaporare l'essenza di quei tempi ove non era pensabile che quel rapporto finisse. Ma quel sentimento sembra sfuggire di mano ed è diventato, forse, più grande di loro, al punto di non riuscirlo più a domare o a "maneggiare". Ed è così che l'uomo prende atto della cosa e si rassegna a perdere, in qualche modo, la propria "vita". La donna, quindi, porta con sè gli anni più belli di quell'uomo tramutati in ricordi ma anche un futuro che probabilmente non gli riserverà più un tempo così bello od una persona che gli possa ridare quella vita ormai chiusa tra le immagini e le sensazioni di quel passato. Il testo, però, può essere inteso anche come la fine di quella passione causata dallo scorrere del tempo e non della relazione che, però, si trascina stancamente senza più quegli slanci emotivi di un tempo. In ogni caso, qualsivoglia lettura si intende dare, resta un testo magnifico che fa parte delle più belle pagine della discografia italiana ed, in particolare, del ricco repertorio di quel raffinato artista che risponde al nome di Amedeo Minghi.