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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

"Bella stronza": Masini canta la delusione di un tradimento

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"Bella stronza" è un brano di Marco Masini del 1995 pubblicato nell'album "Il cielo della vergine". Scritto in collaborazione con il suo mentore Giancarlo Bigazzi, la canzone suscitò molte polemiche ancor prima di essere diffusa. Il solo titolo, infatti, diede adito ad una critica prevenuta e molto superficiale di poter sparare a raffica su di un'artista troppo spesso bersagliato per chissà quali reali ragioni. Alcuni personaggi, infatti, hanno cavalcato ad arte l'onda di questa presunta volgarità di Masini sfruttando le polemiche nate già due anni prima per la pubblicazione della celebre "Vaffanculo" nell'album "T'innamorerai". La storia della jella e la presunta volgarità sono state etichette difficili da scrollare per il cantautore toscano che, fortunatamente ha saputo reagire a differenza, ad esempio, di Mia Martini che non superò mai quelle infamanti accuse. Il brano, infatti, può sembrare volgare solo a chi si ferma a leggerne l'intestazione senza ascoltare la canzone che non è altro che l'espressione di una delusione in seguito ad un tradimento ricevuto da quella ragazza che ha amato alla follia e per la quale aveva troncato la sua precedente relazione oltre a fare a botte con il suo migliore amico. Il protagonista, quindi, ricorda i momenti felici passati insieme e si convince che la causa della fine di questa storia è da attribuire al troppo amore concesso. Una dichiarazione cruda d'amore, quindi, e non un insulto fine a se stesso che trova la sua adeguata collocazione in un contesto molto più ampio e intenso. La parola incriminata, inoltre, è ormai usata regolarmente nel linguaggio quotidiano del Paese e, Masini, da attento osservatore e da artista mai banale, ha sempre raccontato la vita reale usando anche parole forti per dare quella forza per la quale si rendono necessarie. Il senso che l'autore vuole dare in una determinata espressione verrebbe stravolto totalmente se si prova a sostituire quella parole con altre politicamente più corrette. Inoltre, un artista non può e non deve essere schiavo di alcuna barriera espressiva ma deve poter lasciare libero sfogo alla sua cratività. Non a caso, nonostante una indecente censura mediatica figlia dell'ignoranza e di un finto moralismo, il brano è uno dei pezzi più apprezzati ed amati della discografia di Marco Masini che pur conta numerosi successi entrati di diritto nella storia della musica italiana. D'altro canto, questo album, arriva dopo gli anni d'oro di Masini: i successi a Sanremo, la consacrazione come simbolo generazionale agli inizi degli anni '90, manifesto vivente e voce dei giovani di quegli anni che vedevano in Marco un poeta che sapeva trasmettere emozione attraverso testi che parlavano degli amori ma anche dei disagi e delle problematiche reali dei ragazzi. Un artista che non si fermava alla banalità delle rime baciate o della musica commerciale creata a tavolino e, per tale motivo, apprezzato ed amato. Tutto ciò continuò anche nel 1993 con il fortunato album "T'innamorerai" e nel 1995 con "Il cielo della vergine" anche se, in questo caso, incominciavano a spopolare le infamanti accuse che pian piano hanno inisidiato pericolosamente il futuro artistico di Marco. Come detto, però, Masini ha superato quel periodo tornando a trionfare a Sanremo ed incidendo nuovi album anche dopo la fine del rapporto lavorativo con Bigazzi, avvenuto diversi anni prima della sua recente scomparsa. Oggi, anche se gli anni d'oro sembrano passati, di tanto in tanto viene fuori qualche vero e proprio capolavoro che confermano la grandezza di un poeta del nostro tempo che non ha mai perso la voglia di emozionarsi ed emozionare con la sua grande musica. 

 

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G
"che hai chiamato la volante quella notte e volevo farmi mettere in manette solo perché ho perso la pazienza (...) Mi verrebbe da strapparti quei vestiti da puttana e di tenerti a gambe aperte finché viene domattina". È un testo indifendibile e ributtante che parla di stupro e di violenza domestica e che che incita a non denunciarla. Il "grande poeta"...
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M
Ciao Giacomo, se vedi il testo nella totalità ti accorgerai che la canzone rappresenta ben altro. Lo stupro Masini l'ha cantato, ma in "Principessa" e non certo per promuoverlo. Masini, in quegli anni, ha trattato molti temi ostici e problematiche importanti ma sempre lasciando all'ascoltatore una speranza. Tematiche vere, trattate con poesia ma anche in maniera cruda come ciò che cantava richiedeva. Prova ad approfondire e non resterai deluso. Ciao e a presto.