"Anna viviamo" è una stupenda canzone di Marco Masini pubblicata nello storico album "T'innamorerai" del 1993. Questo disco, infatti, rappresenta per l'artista toscano la definitiva consacrazione nel mondo della musica sia nel circuito nazionale che in quello europeo. Il disco, infatti, supera le 800 mila copie vendute solo in Italia ottenendo il disco di platino oltre ad essere tradotto e lanciato sul mercato spagnolo e commercializzato anche su quello tedesco, francese ed olandese. Anche in per questo album, però, non mancano le polemiche di una certa critica alquanto avversa al cantautore fiorentino ed, in questa occasione, il bersaglio sarà "Vaffanculo" che subirà censure televisive e radiofoniche. Ma oltre a tale brano ed a quello che dà il titolo all'album che ha fatto il giro del mondo, nel disco, sono presenti diversi altri brani che tutt'oggi fanno parte delle più belle canzoni del repertorio di Masini. Una di queste è, per l'appunto, "Anna viviamo", scritta in collaborazione con gli autori più vicini alla intera carriera dell'artista ovvero, Giancarlo Bigazzi e Giuseppe Dati. La canzone, ritenuta dallo stesso Masini tre le più belle del suo repertorio, è in parte autobiografica, infatti all'epoca l'artista viveva una storia con Anna Maria Gabriella Barbuti, la quale, dopo alcune apparizioni televisive decise di posare nuda per la rivista "Novella 2000", cosa che lei, scondo dichiarazioni dello stesso Masini, riteneva necessaria per la sua carriera. Da quel momento, la relazione amorosa, che finì alcuni mesi dopo, fu compromessa ma, Marco, mettendo da parte l'orgoglio seppe stare vicino alla ragazza e mantenere comunque vivo il loro rapporto in un momento comunque particolare della sua vita dove prese conscenza della vera realtà celata dietro ai lustrini del mondo dello spettacolo. L'intenso testo, infatti, parla di una ragazza partita verso Roma con il sogno di fare cinema convinta delle sue capacità e della sua determinazione nel rifiutare ogni tipo di compromesso. L'ingenuità di quella ragazza e la sua convinzione, però, nell'aspettarsi un mondo dello spettacolo pulito e meritocratico viene presto delusa e si ritrova a fare i conti con un destino molto lontano dai suoi sogni di celebrità. La squallida foto di nudo ed una strana telefonata sono i segnali che spingono il compagno della ragazza a raggiungerla per stargli vicino in un momento così duro della sua vita. La ragazza, infatti, vive una forte depressione ed è decisa a lasciarsi morire ma l'affetto dell'uomo, nonostante l'orgoglio ferito da quel servizo fotografico hot, la spinge a risollevarsi ed a salire sul quel treno che la riporterà verso la sua piccola, ma pulita, realtà. Quest'ultima parte del testo, probabilmente fa parte delle lincenze poetiche che gli autori si sono concessi partendo dalla storia originale poichè, non è dato sapere se e quanto davvero la Barbuti abbia sofferto nel sottostare a certi compromessi poichè, come noto, la sua carriera artistica ha avuto un seguito e continua tutt'ora tra film al cinema e fiction nazionali. Nella canzone, però, gli autori hanno cercato di denigrare certi atteggiamenti e di parlare di un miracolo dell'amore in una storia triste che punta il dito contro uno mondo dello spettacolo malato fatto di meschinità e di tante ingenue vittime che, per inseguire un sogno, cadono nella morsa di gente losca e senza scrupoli. Un'altra pagina di realtà, quella raccontata da Masini, che rendono l'idea dello spessore artistico e dello spirito di osservazione e di condivisione delle problematiche del tempo, soprattutto dal punto di vista giovanile, che hanno reso grande questo poeta dei nostri tempi. L'ennesima prova, dunque, di una squadra di autori che hanno scritto insieme alcune delle più belle pagine, talvolta ignorate, della nostra musica.