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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

Sanremo2025: Conti non conta, si salva Cristicchi (forse)

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Sanremo2025: Conti non conta, si salva Cristicchi (forse)

Se si va a fare una disamina di quanto proposto quest'anno al Festival di Sanremo si deve partire dal fatto che più della metà dei brani sono del tutto trascurabili e che di certo non avrebbero meritato un posto nella vetrina più importante della musica italiana. Appare evidente che il direttore artistico, qualunque egli sia, negli ultimi anni non è poi così influente come invece si vuol lasciare intendere. È impossibile che la scelta ricada sempre sui soliti autori e sugli artisti mediaticamente più convenienti tranne pochissime eccezioni che racchiudono il circoscritto peso di colui che sarebbe chiamato a comporre il cast. Anche il numero alto di canzoni in gare appare in contrasto con l'ansia di restare nei tempi di Conti che ha condizionato anche lo sviluppo dello show. Molto più sciolto è apparso, infatti, Scotti, libero da ogni peso decisionale. Ne è risultata una corsa priva di momenti leggeri in cui anche le canzoni perdono quel risalto che avrebbero avuto con una scaletta più snella. Risulta, quindi, inevitabilmente nascondere che sono il mercato e i poteri forti dell'attuale industria discografica a scegliere chi spingere sul palco indipendentemente dal fatto che abbia una canzone all'altezza e che abbia le capacità per affrontare l'Ariston e la sua storia. E poco importano dinamiche televisive e sacralità di una manifestazione che dovrebbe enfatizzare la canzone italiana nel mondo. L'unica caratteristica che avalla tale modalità è che Sanremo è sempre stato, in ogni epoca, lo specchio del paese ed è, quindi, veritiero perché è chiaro che artisticamente e culturalmente non stiamo attraversando un buon periodo. Ed ecco, quindi, un Tony Effe ripulito che non fa il Tony Effe ma che vogliono far passare per un simil Califano inserendo senza motivo il nome del cantautore nel testo come messaggio subliminale, un gruppo assortito di rapper che ci propina il solito banale copione, un Fedez che fa gioco al circo mediatico quando avrebbe solo bisogno di ritrovare se stesso e un esercito di nuovi fenomeni che non ci dicono nulla che non si era già sentito ma che daranno a chi li ha voluti ciò che cercano in termini commerciali. Ci resta le certezze di interpreti come Giorgia, Marcella e Ranieri ma con brani decisamente non all'altezza, Gabbani ottimo autore ma meno originale di altre volte che vuole ricordarci Modugno con le braccia spalancate alla vita, Noemi che si affida a Mahmood per l'ennesima hit radiofonica, Kolors e Hunt che si ripetono all'infinito, Lauro che pare stia andando verso una maturazione ma si lascia trasportare da atmosfere già sentite da Venditti, Brunori che è bravo e segue la scia più alta del cantautorato italiano ma non si staccherà dall'etichetta del clone di De Gregori se non cerca strade più personali e Corsi che pare abbia qualcosa da dire ma va ancora messo a fuoco e nel contesto della musica attuale non avrà molto tempo per giocarsi le sue carte potenzialmente importanti. Un discorso a parte, invece, merita Cristicchi. Artista fuori dal comune e libero da un determinato mercato, arriva a Sanremo con un ottimo intento ma non è mai facile portare un tema tanto delicato al cospetto del pubblico. È stato sicuramente fatto un bel lavoro ed è sicuramente il momento più rilevante di questo Festival però, proprio per la volontà di sottolineare l'importanza del messaggio era forse meglio evitare un registro linguistico così diretto e trattare il tema con una veste più metaforica che avrebbe dato un altro spessore alle parole e il brano sarebbe risultato ancor più poetico evitando il talvolta pesante pugno nello stomaco inevitabile se si parla così esplicitamente di una situazione così tragica. Tra l'altro Cristicchi ha queste capacità ed è, quindi, evidentemente una sua scelta quella di esporre questi pensieri senza barriere, senza un probabilmente più adeguato velo poetico ad ammorbidire il dramma. Naturalmente queste considerazioni sono quelle d'impatto nate al primo ascolto ed è possibile che alcuni brani possano necessitare di più tempo per dare il loro meglio ma difficilmente cambierà la sostanza: un capolavoro si riconosce subito e, tra 29 proposte, solo Cristicchi ci è andato molto vicino, più di qualcuno sta tra la buona canzone e un qualcosa che 'funziona" mentre la maggioranza si divide tra il banale, il già sentito e il fuori luogo e ciò non può certo soddisfare chi ama Sanremo e la musica italiana.

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