Dopo il primo ascolto di tutte le canzoni selezionate per il Festival di Sanremo 2022 si ha la netta sensazione di aver assistito ad una nuova edizione del Festivalbar trasportato, per tradizione, dall'Arena di Verona all'Ariston ma non è detto che, tra qualche anno, anche questo ultimo baluardo potrà vacillare come, tra l'altro, già proposto da qualcuno nel recente passato. La gran parte dei brani e degli interpreti, infatti, ha proposto brani commerciali e riempipista tipici del palco adolescenziale e scanzonato della ormai estinta produzione della famiglia Salvetti. Gli aspetti commerciali e di marketing che spingevano Mediaset, radio e case discografiche a produrre il Festivalbar con un ottimo ritorno era sicuramente giustificato ed adatto al target a cui era diretto e spesso vi erano anche dei picchi eccellenti di show. Dall'altra parte, però, Rai, direttori artistici e organizzatori di Sanremo sapevano benissimo che avevano tra le mani tutt'altra macchina. Prima rete nazionale, trasmissione in mondovisione, storia culturale e musicale da salvaguardare con artisti di comprovata popolarità e professionalità. Da alcuni anni, però, la sacralità dell'evento è andata scemando e, forse, anche l'assenza del Festivalbar o di altri eventi musicali similari ha concentrato in Sanremo l'unica vera vetrina importante di livello nazionale. Va da se che, chi investe, cerca in tutti modi di piazzare in quella vetrina i propri prodotti aldilà della qualità e della reale conclamata popolarità. Da punto di arrivo di una carriera, Sanremo è diventato un ulteriore comune trampolino di lancio. Ecco, quindi, presentarsi giovani acerbi, privi di esperienza e, magari, con brani sfornati all'ultimo momento spesso dalle mani di altri per consentire una partecipazione che farà comunque curriculum ma che, spesso, segnerà la carriera di questi ragazzi utilizzati dal mercato e dai suoi squali. Ana Mena, Ditonellapiaga, La Rappresentate di Lista, Dargen D'Amico, Rkomi, Sangiovanni, Matteo Romano, Aka7even, Tananai su tutti hanno presentato brani sicuramente più adatti al Festivalbar e fuori luogo a Sanremo. Di brani realmente adatti al Festival di Sanremo ce ne sono davvero pochi e non risultano capolavori: alcuni un po' datati come quelli di Massimo Ranieri ed Iva Zanicchi, alcuni che restano nel limbo e potranno trovare luce col tempo come quelli di Emma ed Elisa ed alcuni che possono rientrare nei canoni anche se non originalissimi come quelli di Moro, Irama o Bravi. Lo stesso Gianni Morandi, in collaborazione con Jovanotti, ha preferito cavalcare l'onda della hit estiva, invece, di unire le proprie esperienze e le loro capacità per un qualcosa di più profondo ed è un peccato. Ben accetto, invece, chi dimostra di avere qualcosa da dire anche rischiando un po' come Highsnob & Hu e, soprattutto, Giovanni Truppi che ci ricorda che la nostra storia musicale nasce, cresce e si eleva grazie ai cantautori: Modugno (il primo a portare un proprio pezzo a Sanremo), Dalla, De André, Battiato, Guccini, Vecchioni e via discorrendo ringraziano chi ancora prova, anche con difficoltà, a seguire la loro strada. Una noce dentro il sacco non farà rumore e siamo certi che, di questi tempi, farà più strada "...con il culo, ciao ciao...". Ciao!