La meritatissima vittoria degli Stadio (pronosticata qui) riporta il leone sanremese nelle mani di artigiani di qualità della nostra musica realizzando un ideale passaggio di testimone da Roberto Vecchioni (2011) e Gaetano Curreri. La band eguaglia anche il record di premi ricevuti in una sola edizione del Festival detenuto da Giorgia dal 1995. Canzone ed esecuzione raffinata, tipica del gruppo e molto affine anche a Vasco Rossi, assiduo cliente della bottega artistica di Curreri e artista a cui era destinata anche questa canzone. Fortunatamente per gli Stadio, Vasco, ha lasciato ai leggittimi proprietari questa canzone pronosticando in anticipo la loro vittoria all'Ariston, luogo dove in passato, Curreri e company, non avevano avuto molte soddisfazioni. Questo premio li ripaga per tutto ed è il giusto sugello alla loro carriera da operai della musica. Non fosse stato per il televoto, visto i voti delle altre giurie, sul podio vi sarebbe salito sicuramente e con merito anche Enrico Ruggeri, giunto 4° e sempre impeccabile in ogni esecuzioni con un brano completo in tutti i suoi aspetti, non un capolavoro come ci ha abituati ma una gran bella canzone. Premio della critica, anche in questo caso giusto (e pronosticato), a Patty Pravo per un brano che le calza a pennello e per la solita classe delle sue performance. Detto questo, appare evidente, che gli unici elementi di spessore presenti al Festival hanno o avrebbero meritato (vedi Ruggeri) di ottenere i più alti riconoscimenti. Ciò significa che la qualità, il carisma, la professionalità sono ancora valori importanti e determinanti per un'artista ed, ogni tanto, televoto permettendo, anche il Festival gli rende giustizia. E' stato, quindi, il Festival dei veterani ed è un peccato averne ammessi così pochi in gara per far spazio a tante giovani speranze ancora prive di una storia. A questi vanno aggiunti Elio e le Storie Tese, ma loro, non concorrono certo per il titolo pur lasciando sempre e comunque la loro originale impronta. Per i giovani c'è tempo e sarebbe giusto farli partire dalla loro categoria di competenza per dargli il tempo necessario per affrontare da veri Big quel palco. Tra loro molte proposte scarse, alcune imbarazzanti, altre sufficienti ma il divario è ancora palese quando scendono in campo i grandi nomi. Grandi nomi che hanno dimostrato anche il coraggio di mettersi ancora in gioco dando una lezione ad alcuni "superospiti" che arrivano a tappeto spianato e, talvolta, senza nemmeno i meriti per aver quel tipo di trattamento. Un bravo anche a Francesco Gabbani, vincitore dei Giovani (anch'esso pronosticato qui) che è stata un po' la vera rivelazione del Festival e potrebbe fare molta strada. Per il resto il plauso va a Renato Zero e ai Pooh, leggende della nostra musica, a Nino Frassica ed Enrico Brignano per le loro performance fatte di risate e riflessioni, al talento e al coraggio di Ezio Bosso, all'esilarante Rocco Tanica, per la bravissima Virginia Raffaele e per il solito impeccabile Carlo Conti che ritroveremo anche il prossimo anno e che, si spera, possa imparare dall'esito di questo Festival a dare più peso alla qualità ed all'esperienza al momento delle prossime selezioni.