"Quelli come noi" è una delle più belle canzoni di Danilo Amerio, autore validissimo ed ottimo interprete raramente supportato mediaticamente per il suo valore artistico. Il brano viene presentato al Festival di Sanremo del 1994 tra le Nuove Proposte per poi essere pubblicato nel secondo album del cantautore "Danilo Amerio". La canzone si classificherà terza nella categoria in un Festival dove Amerio collabora anche per il brano "Signor Tenente", brano che porterà il secondo posto tra i Big a Giorgio Faletti. Inoltre, l'artista, firma anche l'intero album di Valeria Visconti, anch'essa in gara tra le Nuove Proposte di quell'anno. Una presenza forte, quindi, in un Festival dove Amerio già era stato presente nel 1993 al fianco di Mietta e i Ragazzi di via Meda ottenendo un quarto posto con il brano "Figli di chi". Danilo, poi, tornerà al Festival nel 1995 con "Bisogno d'amore" classifandosi sesto tra i Big e nel 2008 come autore del brano "Non finisce qui" presentato da Little Tony e giunto nono. Oltre Sanremo, però, la storia di Amerio inizia proprio come autore e collaboratore per diversi artisti del calibro di Umberto Tozzi, Raf, Marco Masini, Anna Oxa, Mia Martini, Aleandro Baldi, Paolo Vallesi, Morris Albert, Nicola Di Bari, Fiordaliso, Fausto Leali e altri collezionando successi e stima tra gli addetti ai lavori. "Quelli come noi", invece, rappresenta un po' il primo passo verso la grande notorietà personale come interprete delle proprie canzoni. Dopo, infatti, il secondo posto al Cantagiro nel 1992 con "Buttami via", Sanremo, apre le porte del grande pubblico all'artista e Danilo coglie al meglio quell'occasione per mostrare tutto il suo talento. Il testo parla della gente comune, persone semplici sempre in lotta con le problematiche del quotidiano ed i soprusi dei potenti. Un po' come gli ultimi e gli antieroi cantanti da Fabrizio De André, Amerio, dà voce a queste persone che, tra sacrifici e delusioni, sono sempre in cerca di un futuro migliore in una vita che non li soddisfa ma che continuano ad onorare, giorno per giorno, con umiltà, onestà e dignità non perdendo mai la speranza che qualcosa cambi. Ma, in un mondo di avvoltoi, la vittoria per questa gente diventa una utopica illusione che può servire solo ad aiutarli ad andare avanti continuando sempre a subire passivamente un sistema diretto dai potenti e dagli eroi di turno. Un sistema, allora come oggi, in cui viene premiata la furbizia e la prepotenza a discapito dell'onestà e dell'umiltà della gente semplice. Un discorso, quindi, ancora attualissimo che conferma le doti autoriali, oltre che interpretative, di un artista che avrebbe meritato maggiore visibilità e che ancora oggi, nell'indifferenza dei principali media, continua con difficoltà e senza alcuna promozione, a proporre la propria arte e in contesto musicale italiano come quello attuale così povero di penne pensanti è davvero un peccato trascurare un artista di tali capacità.