"L'uomo col megafono" è il primo grande successo di Daniele Silvestri ed è anche uno dei brani che rappresenterà al meglio la sua storia discografica fino ai giorni nostri. Il cantuatore romano, infatti, presenta questo brano al Festival di Sanremo del 1995 tra le Nuove Proposte per poi pubblicarlo nell'album "Prima di essere un uomo" nello stesso anno. Reduce dalla Targa Tenco con il suo album d'esordio "Daniele Silvestri" del 1994, Daniele non viene accolto nel miglior modo dalla platea dell'Ariston. "L'uomo col megafono", infatti, arriverà alla finale ma si classificò ultimo nella sua categoria nella classifica finale. Ciò, però, non gli priverà di portare a casa un riconoscimento importante come il premio "Volare" destinato al Miglior Testo del Festival. Tale premio, aggiunto alla Targa Tenco, già danno un'idea della proposta musicale che Silvestri proporrà nella sua carriera e della cifra stilistica del tutto personale che il cantautore continuerò a proporre non badando agli aspetti commerciali e puramenti economici del mercato discografico. La sua originalità e la sua attenzione ai testi sarà un qualcosa che contraddistinguerà tutta la sua storia e l'ultimo posto a Sanremo non cambierà la sua idea di musica. Come fu per Vasco Rossi e Zucchero Fornaciari in passato, anche per Daniele Silvestri, l'ultimo posto a Sanremo, sarà una fortuna e significherà l'inizio di una lunga carriera ricca di soddisfazioni. Proprio "L'uomo col megafono", infatti, può rappresentare questo spirito tenace e determinato di voler portare la propria idea fino in fondo perché crede in quel che dice e in quegli ideali. Oltre, quindi, al chiaro riferimento politico e sociale che propone la canzone, la stessa è da considerare anche come una presa di posizione dell'artista che, al di là, delle logiche di mercato e della linea seguita dalla massa, continuerà a proporre la propria identità ed il proprio pensiero fino a che avrà la voce per farlo. A Sanremo, Silvestri, cantò questo brano su di uno sgabello e mostrando dei cartelli che sottolineavano i versi centrali del testo portando, quindi, anche dal punto di vista visivo, in quel contesto, un qualcosa di originale. Sebbene la cosa, infatti, fosse stata già fatta in passato da Bob Dylan, fu una assoluta novità per il palco dell'Ariston. Come detto, in quella occasione, Silvestri non fu capito ma la forza che ha dimostrato credendo nel proprio talento e proseguendo sulla stessa strada gli ha permesso di superare ogni barriera e di conquistare, attraverso la qualità, l'affetto e la stima del pubblico italiano.