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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

"Tutto il resto è noia": La filosofia di vita del Califfo

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"Tutto il resto è noia" è sicuramente la canzone più nota e marchio di fabbrica di  Franco Califano che con questi versi spiega il suo modo di vedere i rapporti d'amore e, in generale, la propria filosofia di vita. Scritta dallo stesso cantautore nato a Tripoli e composta su musica di Frank Del Giudice, il brano, è stato pubblicato nell'omonimo album del 1976. Nel testo, Califano, esprime ciò che avviene nella cosuetudine degli approcci sentimentali e quindi dall'emozione e l'adrenalina che sale nei preparativi del primo appuntamento o l'ingenuità e l'illusione al primo bacio per poi perdersi tutto nella solita monotona routine, la noia appunto. Stessa situazione che si ripete anche in occasione della prima notte d'amore con quell'ansia e con quella voglia di dimostrare di essere il migliore o ancora per ciò che riguarda il primo anno di convivenza in cui è l'entusiasmo a farla da padrone fino a che non arrivi incombente la noia che non lascia scampo e ti riporta ad una dimensione di normalità dove passione e tremori sono solo ricordi del passato. Una teoria, quella spiegata dal Califfo, che esprime in toto il suo modo di vivere le relazioni sentimentali evitando ogni tipo di legame stabile che possa compromettere l'emozione di una nuova avventura. Nella sua interpretazione è palese che Califano creda davvero a questa teoria che, in effetti, può essere condivisibile sotto alcuni punti di vista e, l'artista, ne è talmente convinto al punto di varsi tatuare la celebre frase sull'avambraccio destro. Inoltre, in una intervista rilasciata al giornalista Rai Vincenzo Mollica, Califano, ha dichiarato: "Ho battuto Ungaretti in quanto il titolo della mia canzone, a differenza dei suoi versi, è entrato nella memoria collettiva.". D'altronde, Califano, è noto per la sua originalità sia come artista che come uomo: la sua vita, infatti, è stata ricca di avvenimenti e di certo mai afflitta dalla noia. A partire dalla nascita, avvenuta in aereo su cielo libico, alle origini salernitane ma travisato a Roma dove è cresciuto ed ha ottenuto il suo primo nomignolo che era il Prévert di Trastevere fino ai grandi successi personali e quelli come autore di altri grandi interpreti come Mia Martini, Ornella Vanoni, Peppino Di Capri e tanti altri. Poi ancora le disavventure con la droga e con la galera fino alle imitazioni di Fiorello. Il tutto sempre accostato alla sua passione per le donne che gli è valso il titolo di Califfo. Una vita esagerata, quindi, che ha seguito la sua intenzione di tener ben lontana la tanto disprezzata noia.

 

 

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