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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

"Trenta lire": Ricordi di vita per Federico Salvatore

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"Trenta lire" è un brano del cantautore napoletano  Federico Salvatore contenuto nell'album "L'azz 'e bastone" del 2000. All'epoca dei fatti Salvatore era ancora nel limbo tra le due fasi della sua storia musicale e cioè quello che lo ha visto figura ironica della canzone demenziale ed ospite fisso al "Maurizio Costanzo Show" e quella artisticamente più rilevante che lo vede tutt'ora come eccellente e raffinato cantautore impegnato. Nel 2000 prevale ancora l'anima cabarettista di Federico anche se non disdegna di inserire nei suoi dischi qualche canzone che inizia a far capire la sua vera natura artistica. Il cabaret Federico, come chiarito in futuro, lo ha usato per ottenere notorietà e per avere quell'attenzione che i media non riservano a chi offre solo qualità senza avere ancora un nome. Segue, quindi, il filone lanciato dagli Squallor ed approda nel circuito nazionale e quando è sicuro di avere la giusta considerazione prova il salto decisivo. La sua  "Se io fossi San Gennaro" ha fatto storia come una delle più raccapriccianti censure degli ultimi anni. Dopo quel brano eseguito in diretta tv il suo nome venne cancellato da tutti i maggiori canali radio-televisivi e, solo, qualche personaggio coraggioso e contro questo tipo di sistema lo invita a denunciare il fatto come, appunto, fece Gianfranco Funari nel suo ultimo show televisivo. Ma Federico ha superato anche questo e grazie alla sua qualità ha riformato un folto gruppo di sostenitori che continua a seguire i suoi lavori nonstante siano privi di pubblicità a livello nazionale. Per molti suoi vecchi fans Federico è scomparso ma non è così anzi il cantautore si è evoluto e continua a proporre lavori di grandissima qualità che lo rendono tra i migliori esponenti attuali del cantautorato figlio di Fabrizio De Andrè e del teatro-canzone figlio di Giorgio Gaber. "Trenta lire", ad esempio, mostrava benissimo queste capacità sia interpretative ma soprattutto autoriali. Il testo, infatti, usando il mezzo del danaro e del suo valore che muta col tempo che passa parla del cammino della vita tenendo ben presente il proprio. L'autore, quindi, inizia ad analizzare la propria infanzia, l'adolescenza, il primo amore, le aspettative dei genitori per il suo futuro fino all'incontro magico con la chitarra che gli ha cambiato la vita. Ci sono ricordi appassionati delle sue giornate passate nei quartieri popolari della sua Napoli, delle situazioni vissute in famiglia, dei primi approcci al sesso e di tutto ciò comprende un cammino di vita che si avvia verso la parte conclusiva. Testo, quindi, di rara bellezza completato da una sonorità coinvolgente e da una interpretazione intensa e commovente. Per chi non lo conosce sarà una lieta novità mentre per chi già ha avuto modo di ascoltarlo non potrà fare altro che confermare l'assoluta grandezza di un vero artista che porta il nome di Federico Salvatore.  

 

 

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