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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

"Samarcanda": Vecchioni e la fatalità della morte

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"Samarcanda" è un brano molto noto della discografia di  Roberto Vecchioni e risale al 1977, quando è stato pubblicato nell'omonimo album del cantautore brianzolo. Il ritmo coinvolgente del brano, nonostante un testo abbastanza triste ed una tematica impegnativa quale la morte, è quello che aiuta la canzone a diffondersi rapidamente ed ad entrare nella testa dei giovani di allora anche se, la stessa trascinante melodia, fa storcere il naso ad un certo tipo di pubblico politicizzato che seguiva il cantautorato di quegli anni con un certo snobbismo e stando alla larga da ciò che poteva essere visto come un prodotto di massa o commericale. Questa canzone, quindi, venne presa quasi come un tradimento al cantautorato di un certo tipo da parte di Vecchioni che, tra l'altro, intendeva solo far musica attraverso messaggi poetici e riflessivi. A parte l'aspetto musicale, infatti, Vecchioni anche in questo caso aveva badato soprattutto al testo toccando con maestria e fascino la tematica della fatalità della morte ispirandosi ad una favola orientale presente nell'incipit del romanzo "Appuntamento a Samarra" di John Henry O'Hara. Una storia simile a quella della canzone è narrata anche nel "Talmud", uno dei testi sacri dell'ebraismo. Il testo del brano parla, infatti, di un soldato sopravvissuto ad una guerra appena finita che festeggia tra canti, balli e vino lo scampato pericolo quando vede tra la gente festante una strana figura femminile vestita di nero: la personificazione della morte. Credendo che sia lì per lui, il protagonista scappa in un paese lontano, Samarcanda appunto, ma proprio lì trova la morte ad attenderlo. Il destino, quindi, ha voluto che il soldato, per paura della morte, sia scappato proprio dove la morte lo aspettava. Il fato, dunque, al centro di questa storia che Vecchioni ha reso parte fondamentale dell'antologia della musica italiana. Samarcanda, per la cronaca, è un'antica città dell'Uzbekistan capoluogo dell'omonima regione e nota per essere nel mezzo della "Via della Seta" tra la Cina e l'Occidente. Dal 2001 la città di Samarcanda è anche patrimonio dell'UNESCO. Tornando a Vecchioni, nel suddetto brano, prendono parte anche due musicisti particolari quali Toni Esposito con le sue percussioni ed il grande cantautore Angelo Branduardi al violino. Visto il successo il brano sarà oggetto di diverse cover come quella de "I Nuovi Angeli" del 1987 o quella di Petr Rezek, in lingua ceca, dal titolo "Kapelo, hraj!". Come detto il brano otterrà un grosso successo che sovrasterà ogni tipo di polemica permettendo a Vecchioni di aprire definitivamente le porte verso il grande pubblico e consacrandolo tra gli autori migliori di quegli anni. Il cantautore milanese confermerà poi il successo anno dopo anno e non deluderà mai le aspettative di un pubblico sempre più vasto che lo seguiva fino ai giorni nostri quando il nome Vecchioni è ancora una garanzia di assoluta qualità e lo sarà per sempre.

 

 

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