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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

Rino Gaetano: il boom "Ma il cielo è sempre più blu" e la morte annunciata

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"Ma il cielo è sempre più blu" rappresenta la vera nascita artistica di Rino Gaetano, Salvatore Antonio all'anagrafe. Nonostante già avesse debuttato come interprete con il pseudonimo di Kammamuri's con il singolo "I love you Marianna" che conteneva anche "Jaqueline", Gaetano scoprì la sua vera natura di interprete delle proprie canzoni proprio con il suddetto brano. L'artista, infatti, già conosciuto in qualità di autore dagli addetti ai lavori non si sentiva capace di cantare ciò che scriveva e, quindi, destinava ad altri le proprie composizoni come nel caso di "Ad esempio a me piace il Sud" concessa a Nicola Di Bari. Convinto dal suo scopritore Vincenzo Micocci, proprietario del ritrovo dei giovani cantautori "Folkstudio" e della casa discografica "It" che contava tra le sue fila gli "amici" di Gaetano, Francesco De Gregori, Antonello Venditti e Lucio Dalla non ancora esplosi del tutto, Rino decide di abbandonare nomi d'arte e lingua inglese per cantare ciò che lui stesso scriveva e che solo lui poteva interpretare nel migliore dei modi. Il 45 giri lanciato nel 1975 "Ma il cielo è sempre più blu" ottiene un grosso successo e Gaetano, per la sua personalità crea un personaggio schietto e naturale che è conteso da tutti i media. Il testo è un elenco di fatti, avvenimenti, comportamenti ed usi della società dell'epoca che sembrano essere buttati a caso ma è evidente che Gaetano vuole rappresentare una speranza per tutti, anche nelle situazioni più difficili e, talvolta, drammatiche, c'è sempre una prospettiva positiva, ovvero, il cielo è sempre più blu. Una sorta di nuova "Nel blu dipinto di blu" che riempe le radio e le tv e diventa il nuovo fenomeno musicale. Dalla durata originale di 8 minuti e 43 secondi, il brano venne diviso in due parti e fu anche vittima di censura per le frasi: "...Chi tira la bomba...chi nasconde la mano..." e :"...Chi ascolta Baglioni...chi rompe i coglioni". Il disco vendette oltre 100.000 copie è un fu la vera esposione dell'artista che all'epoca aveva solo 24 anni. Il brano poi è stato ripreso dal dj Molella per una versione remix nel 2003 e da Giusy Ferreri nel 2009 per l'album "Fotografie". Gaetano, in seguito, si confermerà con tanti altri successi diventando uno dei cantautori più innovativi e più amati dell'epoca soprattutto dalle nuove generazioni per il suo modo eccentrico di affrontare il palco. Ma questo atteggiamento, Gaetano, lo aveva anche nella vita di tutti i giorni o, meglio, nelle notti che lui amava vivere fino al mattino andando a cantare amichevolmente tra un bicchiere e l'altro nei locali di Roma. Sempre a spasso con la sua chitarra, Gaetano, viveva una vita semplice e, forse, il grande successo gli provocò un cambiamento della sua routine non semplice da affrontare. In ogni caso, Rino, nonostante questi evidenti turbamenti dovuti anche al passaggio da giovane promessa a cantautore affermato continuava la sua strada e anche nella vita privata erano in previosione importanti novità tra cui il matrimonio. Ma la sua carriera e la sua vita vennero stroncate da un incidente stradale il 2 giugno del 1981 quando all'età di trent'anni la sua Volvo343 si schiantò contro un camion sulla via Nomentana a Roma. Gaetano venne trasportanto in fin di vita in cinque diversi ospedali della capitale che, però, rifiutarono l'artista. Questo triste epilogo, Gaetano, l'aveva cantato sorprendentemente all'inizio della sua carriera nel brano del 1971 "La ballata di Renzo" dove diceva: "Quando Renzo morì io ero al bar...la strada molto lunga si andò al San Camillo e li non lo vollero per l'orario...la stada tutta scura si andò al San Giovanni e lì non l'accetteranno per lo sciopero...". Una strana coincidenza che innesca un alone di mistero sulla morte dell'artista. Gaetano venne sepolto nel cimitero di Mentana per poi essere trasferito al Verano dove si trova tuttora. Una storia senza lieto fine, quidni, quella di un'artista particolare che anche nella morte ha lasciato sbalorditi come in tutte le sue esibizioni sul palco. Il suo ricordo, però, ancora oggi non si è spento e i suoi brani sono ancora molto diffusi tra i giovani e ciò è la prova più evidente della sua grande modernità.

 

 

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