Nel mondo musicale attuale, come in quello di ieri, ciò che conta per decretare un successo di una canzone o la sua bocciatura è la pubblicità. Senza passaggi radiofonici e televisivi un progetto, su cui un'artista magari ha dedicato anni di lavoro ed ha messo tutto sè stesso in termini di passione, creatività, fantasia, energia e sentimenti oltre al lato economico riguardante soprattutto le etichette discografiche che con coraggio ancora decidono di osare, anche se di qualità può finire nel dimenticatoio dopo pochi giorni dalla pubblicazione. Non è il caso di Renato Zero che, fortunatamente, ancora gode di una meritata visibilità e di una giustificata considerazione da parte dei media dovuta ad una vita di successi e poesie, ma da amante della propria arte ed attento osservatore della nostra realtà ha voluto sottolineare le difficoltà a cui un'artista, anche di consolidata fama, deve far fronte per sopravvivere nella musica di oggi fatta di mp3 e playlist nella canzone "Giù le mani dalla musica" pubblicata nell'album "Presente" del 2009. Oggi, infatti, non è così scontato che una radio passi e pubblicizzi i brani appena usciti ma per far sì che ciò avvenga gli autori devono rispettare delle regole che già di per sè limitano l'artista e raffigurano una restrizzione dell'inventiva e della creatività artistica di un compositore. Le regole che buona parte delle radio italiane impongono agli artisti vanno dalla durata che non deve superare, di solito, i 3 minuti e 40 secondi, all'argomento trattato, spesso i temi sociali non sono graditi, fino alla presenza di parole scomode ma che, entrate nel gergo comune fanno ormai parte del linguaggio del nostro Paese e si rendono, in alcune occasioni, necessarie per raggiungere l'intento voluto dall'autore e la forza che lo stesso vuole dare ad un determinato pensiero. Stesse considerazioni anche per quando riguarda il mondo televisivo che ancora oggi offre casi di censura da medioevo. Senza dimenticare lo spazio dedicato, talvolta inspiegabilmente, alle produzioni estere a svantaggio di quelle nazionali che, tranne che in alcuni network, non godono del giusto appoggio. Tutto ciò rientra nella logica del mercato musicale attuale che, oltre alla pirateria, spinge le case discografiche a limitare sempre di più gli investimenti economici dando poco spazio ai giovani emergenti che, magari, propongono qualcosa di diverso e concedono chances solo a chi si adegua al commercio sviluppando lavori programmati a tavolino fatti per vendere sopprimendo la reale propria natura artistica ed espressiva che spesso esce fuori nel corso della carriera, sempre se avrà avuto la fortuna di aprirne una. Tornando al testo di Zero, l'autore racconta le ansie di artisti a cui stanno strappando la propria arte e che fanno di tutto per esistere sul mercato. La contraffazione, la manipolazione delle immagini, l'anonimato delle palylist stanno rubando, secondo Zero, l'anima, la voce e la felicità di esprimersi dei poeti del nostro tempo che ormai vengono seguiti solo dagli osservatori più attenti che sanno cogliere quel fremito di unicità. Un'altro aspetto che evidenzia Renato Fiacchini, in arte Zero, è quell'appartenenza all'artista e a quelle canzoni che hanno accompagnato nel cammino della vita ogni singola esistenza che ormai sembra essere sopraffatto dalla ricerca frenetica della nuova hit, quelle particoli emozioni e sensazioni che ogni persona lega a determinate canzoni che rispecchiano attimi di vita vissuta insieme all'artista in questione. "Dalla ninna nanna al canto dell'Ave Maria...abbiamo condiviso le ansie e la serenità...e passo dopo passo ancora una canzone mia...ho i brividi...".Tutto ciò non può essere perso nè dimenticato e Zero incita i suoi fans a cantarlo sempre in ogni momento e sempre più forte così come ogni appassionato anche di altri cantanti deve fare per i suoi "compagni" di vita. Solo in questo modo si potrà far sentire un'anima e un'amore che ancora c'è per la musica e salvare quest'arte ferita a morte a dispetto del mercato, delle sue fredde leggi e delle multinazionali che incombono sulle nostre scelte. "Puoi salvarla se vuoi...ti amerò se lo fai...cantami...cantami".