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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

"Povera Patria": Battiato canta la mediocrità dei nostri governanti

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"...Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!..." e "...si credono potenti e gli va bene quello che fanno...e tutto gli appartiene..." sono due delle frasi presenti in "Povera Patria" di Franco Battiato che meglio descivono le figure di questi personaggi che, pur cambiando negli anni, rimangono appropiati per queste definizioni scritte dal cantautore siciliano nel 1991. Un brano, pubblicato nell'album "Come un cammello in una grondaia", che, per nostra sfortuna non è passata mai di moda ed ancora continua ad essere una fotografia fedele della nostra realtà politica. Battiato si scaglia con la sua solita eleganza contro quell'indifferenza di certi politici che dovrebbero garantire lo sviluppo del Paese e che, invece, continuano a preservare solo i loro interessi. Nella canzone viene sottolineato l'abuso di potere, la mancanza di pudore di certa gente e questo evidente menefreghismo nei confronti, ad esempio, delle morti di mafia e, più in generale, del progressivo declinio del nostro Paese raffigurato magnificamente con la frase: "...Nel fango affonda lo stivale dei maiali...". L'autore, nel corso del brano, però tende convincersi che tutto questo possa cambiare nel futuro anche se chiude la canzone con una velata insinuazione sull'evolversi del proprio positivo prospetto, ovvero: "...La primavera intanto tarda ad arrivare...". Un testo stupendo che nel 1992 è stato premiato con la "Targa Tenco" come miglior brano dell'anno e, lo stesso album che arrivò a vendere oltre 250 mila copie, è stato indicato dalla critica del settore come il miglior disco dell'anno tramite un referendum promosso dalla rivista "Musica e Dischi". Nella versione spagnola dell'album, inoltre, la suddetta canzone tradotta in  "Pobre Patria" è stata firmata con lo pseudonimo di "El ultimo de la fila", ovvero, "L'ultimo della fila". Un capolavoro, quindi, che esprime tutta la grandezza autoriale di Battiato e, nello stesso tempo, ci fa capire come da allora nulla sia cambiato nella nostra politica e che, ieri come oggi, siamo ancora in attesa che "la primavera" si palesi.

 

 

 


 

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Franco Battiato

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