Siamo nel 1979 e Pierangelo Bertoli scrive ed incide "A muso duro" inclusa nell'omonimo album. Il cantutore di Sassuolo mette nero su bianco, con la collaborazione di Fabrizio Urzino, tutta la sua rabbia verso un certo mondo discografico che bada solo alle vendite ed al lato commerciale della musica. Bertoli, con questo brano, intende difendere la purezza di questa arte e la veridicità dei testi che non sono altro che l'espressione palese dei sentimenti e delle sensazioni di un'artista che viene ispirato dal suo animo su di un determinato argomento e, quindi, non progettabile a tavolino per il solo scopo di farne lucro. La spontanietà e l'essenza del cantautorato viene letteralmente messa in discussione da questo tipo di discografici che non dimostrano alcun rispetto per la musica e per gli autori. Scrivere una canzone seguendo un determinato schema per soddisfare un pubblico di massa che segue la moda non è mai stata prerogativa dei cantautori che, invece, cercano si di "leggere" il momento storico in cui si vive ma di certo non si lasciano condizionare da una tendenza o, peggio ancora, trasformano la loro identità o la loro immagine per ottenere i favori del pubblico. Il cantautore si esprime secondo il proprio pensiero e fa musica seguendo la sola strada che conosce e cioè quella della cultura e della scrittura. Il cantautore può essere espresso come un divulgatore che vuole essere ascoltato da chi intende ascoltarlo ma non si adatta al mercato per compiacere una massa che, probabilmente, lo eviterebbe in ogni caso. Cambiare stile o, addirittura, look non sta nell'indole del vero artista che non sententosi a proprio agio potrebbe non essere più in grado di trasmettere quello che scrive. Come canta Bertoli, infatti, un cantautore sarebbe più contento di cantare le proprie "canzoni per la strada" più tosto che "vestirsi come un fesso per fare il deficiente nei concerti". Un messaggio, quello di Bertoli, che non può lasciare indifferente e non può non accogliere il plauso sincero chi ama la musica di qualità. Bertoli morirà nel 2002 ma la sua musica resterà per sempre nel patrimonio artistico del nostro Paese e questa canzone resterà il manifesto più rappresentativo del suo essere artista. Una grande canzone ripresa ultimamente anche da Fiorello che l'ha fatta sua e pubblicata nell'album "A modo mio" del 2004.