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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

"Mente-cuore": Un capolavoro firmato D'Angelo-Lanza

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"Mente-cuore" è un brano inciso da Nino D'Angelo nel 1991 nell'album "...E la vita continua" e scritto da Bruno Lanza, grande autore napoletano dalla doppia anima: una ironica che lo ha portato a comporre brani folkloristici come la celebre "Maradona è meglio 'e Pelè" oltre a consentirgli una maggiore notorietà grazie al gruppo umoristico dei "Gipsy Fint", arrivato fino alle reti Mediaset, di cui era componente oltre che autore; E l'altra molto più profonda e riflessiva che nasce dall'amore per il grande cantautorato italiano misto alla passione per canzone tradizionale napoletana. Proprio questo secondo aspetto dell'anima artistica di Lanza gli ha consegnato le soddisfazioni più grandi come la composizione di "In-canto", nata in treno osservando il viso di una donna, per Andrea Bocelli o la scelta di Massimo Ranieri di riprendere "Canzone nera" scritta con Enzo Di Domenico, primo interprete del brano. Tra le altre cose, inoltre, Lanza è anche l'autore della fortunata sigla della soap Rai "Un posto al sole" interpretata da Monica Sarnelli ed arrangiata da Antonio Annona che è anche l'arrangiatore della stessa "Mente-cuore" della quale ha composto l'intera trama sonora modificata leggermente, solo in seguito, da D'Angelo che compare, per tale ragione, ufficialmente tra gli autori del brano. Tra queste gioie, però, vi è anche una nota dolente per Lanza che riguarda il brano "Amore amaro" scritto per Gigi Finizio qualche anno fa e recentemente rilanciato come colonna sonora dal film di Alessandro Siani "Il principe abusivo", di cui lo stesso interprete in diverse occasioni promozionali ha sempre omesso la reale paternità del brano tacitamente spacciandolo per suo. La cosa non è andata giù a Lanza che, giustamente, non ha esitato a farlo notare attraverso i social network e rendendo pubblica la sua amarezza per il comportamento scorretto messo in atto da Finizio. D'Angelo, invece, è sempre stato grato all'autore per avergli composto un testo che è diventato, a tutti gli effetti, un classico della canzone napoletana. La canzone, se si è rivelata una grande soddisfazione per Lanza, non è stata meno importante per Nino D'Angelo che, agli inizi degli anni '90 viveva un momento buio della sua carriera: dopo la morte dei genitori, infatti, Nino era deciso ad interrompere la sua storia discografica in preda ad una depressione dovuta anche ad una maturazione fisica e mentale che lo vedeva allontanarsi dall'epoca di una gioventù di cui era stato un simbolo insieme al suo caschetto e ad una musica che iniziava a non rappresentarlo più al meglio. Nella vita si cresce e le esperienze, insieme agli anni, portano gioie e dolori che si rispecchiano inevitabilmente nella personalità e nell'aspetto di chi le vive. Nino, quindi, compie la sua scelta: è giunto il momento di prendere coscienza di questo cambiamento e di iniziare una nuova avventura fatta di profondità, maturità e di una qualità che, anno dopo anno, si affina sempre di più. Tagliato il caschetto, D'Angelo, si presenta sobriamente a questo bivio e, non rinnegando mai il passato, sceglie la giusta via del rinnovamento invece di fermarsi ai ricordi dei bei tempi che furono. Di quell'epoca rimangono immagini, film e tante canzoni ma D'Angelo comprende che è ora di aprire una nuova pagina che lo porterà a traguardi e soddisfazioni che, forse nemmeno lui, avrebbe mai pensato di raggiungere. Parte di questa forza, per ricominciare nel modo giusto, D'Angelo la riceve proprio da "Mente-cuore", una romantica ammissione della propria debolezza dinnanzi al ricordo di un amore mai finito e del quale sogna un immediato ritorno. D'Angelo, attraverso il testo di Lanza, canta l'inutilità rappresentata da un uomo che, per sua colpa, si scopre privato di un affetto e di una presenza che, aldilà di tutto e di tutti, si rivela complementare al proprio essere e indispensabile per il proprio cammino. Un capolavoro assoluto, ripreso in seguito anche da Valentina Stella e da Monica Sarnelli,  che è divenuto presto un evergreen della musica napoletana moderna e che è tra le poche canzoni, di recente realizzazione, che possono essere ammesse, per giusta causa, nello storico archivio della musica napoletana d'autore. Questo decennio di transizione, che nasce con questo album vedrà l'effettiva svolta nel 1999 con la perfetta analisi di "Senza giacca e cravatta" presentata al 49° Festival di Sanremo e continuerà fino ai giorni nostri attraverso album di grande contenuto e una collezione di capolavori pubblicati uno dopo l'altro che hanno reso D'Angelo, a tutti gli effetti, uno dei pochi grandi protagonisti della vera musica napoletana e, forse l'unico, ad incarnare, ad oggi, quella tradizione che ha fatto grande la nostra canzone in tutto il mondo.

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