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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

"Cosa resterà degli anni '80": Raf descrive l'intensità di quel decennio

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"Cosa resterà degli anni '80" è un brano portato al successo da  Raf, nome d'arte di Raffaele Riefoli nel 1989 ed inserito nell'album "Cosa resterà..." dello stesso anno. Proprio alla fine di questo decennio particolarmente intenso l'artista pugliese scrive questo brano insieme a   Giancarlo Bigazzi e Giuseppe Dati regalando una fotografia di quegli anni molto realistica spazziando tra stili di vita, storia politica ed andazzo sociale. Il brano viene presentato al Festival di Sanremo del 1989 ma non riscuote, su quel palco, quel successo che sarebbe venuto in seguito. Nella manifestazione canora la canzone si piazza solo quindicesima ma è nelle settimane successive e poi negli anni a seguire che questo brano ritroverà la sua giusta dimensione riscontrando il piacere del pubblico e stabilendosi tra le canzoni più apprezzate e rappresentative della intera discografia di Raf. Come detto il brano fa riferimento alle manie ed agli usi in voga negli anni '80, dal successo dei jeans all'uso dilagante di lattine e di spray ma anche agli avvenimenti che stavano cambiando il mondo come gli exploit in politica di Reagan e di Gorbaciov e della sempre più forte presa di coscenza sulla fame nel mondo e sulle sue vittime. Un brano, quindi, che sottolinea un decennio non proprio facile e che ha lasciato dei segni importanti sulla storia dell'umanità ed in particolare nel nostro Paese. Raf, con gli occhi del giovane che è, si interroga sulle prosettive che questi retaggi degli anni '80 potrebbero provocare nel futuro immediato. Si chiede, quindi, tra rimpianti, sospetti e paure "Cosa resterà?", cosa davvero sopravvivera di quegli anni così intensi. Ovviamente lo sguardo al fututo viene inteso soprattutto come prospettiva per i giovani dell'epoca: "Anni sui libri di scuola e poi a cosa servirà?". Ma fra le righe del testo ci sono tanti altri riferimenti legati agli anni '80: si parla, infatti, di "anni bucati" riferendosi all'eroina che fa sempre più vittime ma anche a nuove prospettive per ciò che riguarda i rapporti d'amore "sempre pronti, io e te, a nuove geometrie" riferendosi ai tanti tabù sessuali che vanno a cadere tra le nuove generazioni. Una canzone, quindi, ricca di argomenti proprio come sono stati gli anni '80 per chi li ha vissuti. Raf, infatti, sottolineando l'intensità di quel periodo storico in Italia chiude con "sembran già degli anni '80...per noi quasi ottanta anni fa..." come se quel decennio ,per quanto successo fosse, invece, durato ottant'anni. Un brano, quindi, che ha dato una lettura profonda di quel decennio e che ha dato la possibilità agli amanti della musica italiana di lanciare definitivamente un artista importante come Raf, da anni ormai affidabile esponente del nostro panorama musicale.    

 

 

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