Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog
A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

"La canzone di Marinella": Faber riscrive un fatto di cronaca

com

"La canzone di Marinella" è un brano di Fabrizio De Andrè del 1964 e pubblicato in un 45 giri insieme a "Valzer per un amore". Arrangiata da Gian Piero Reverberi, la canzone, ebbe un'importanza significativa per il cantautore genovese soprattutto in tema di popolarità anche grazie all'interpretazione di Mina che consentì al brano ed all'autore una visibilità molto più estesa su tutto il territorio nazionale. I due artisti ne fecero anche una versione in duetto ma gli amanti della musica di De Andrè non restarono particolarmente colpiti dal brano considerandolo popolare e poco adatto al repertorio solito del cantautore ma la canzone, sebbene appaia come una storia d'amore e presenti alcune rime facili non è per niente commerciale e tanto meno leggera visto anche il triste epilogo della protagonista. In realtà il brano, infatti, nasce da un fatto di cronaca che vede come vittima una prostituta uccisa e massacrata lungo un torrente. Una storia triste che più volte si è ripetuta nella storia e che De Andrè ha voluto trascrivere in musica prendedosi qualche licenza poetica che gli ha permesso di trasformare una tragedia in una storia d'amore ove solo la fatlità rompe l'idillio. ""La canzone di Marinella" non è nata per caso, semplicemente perchè volevo raccontare una favola d'amore. E' tutto il contrario. E' - dichiarò De Andrè - la storia di una ragazza che a sedici anni ha perduto i genitori, una ragazza di campagna dalle parti di Asti. E' stata cacciata dagli zii e si è messa a battere e si è messa a battere lungo le sponde del Tanaro, e un giorno ha trovato uno che le ha portato via la borsetta dal braccio e l'ha buttata nel fiume. E non potendo far niente - concluse l'artista - per restituirle la vita, ho cercato di cambiarle la morte.". A chi, invece, ritenesse che la canzone non fosse all'altezza della sua produzione il cantautore disse: "...una tavoletta zeppa di concessioni retoriche, è vero. Uno come me, quando ha quasi trent'anni, deve pur pensare che non ha nè cassa malattie nè pensioni: e la famiglia, Gesù, è una cosa concreta. Quindi pensa anche al guadagno." ed, inoltre, dicharò : "non cosidero "La canzone di Marinella" nè peggiore nè migliore di altre canzoni che ho scritto. Solo che le canzoni si distinguono in fortunate e sfortunate, e probabilmente il fatto che Marinella facesse rima con parole come "bella" o come "stella" l'ha resa più fortunate delle altre.". Naturalmente alcune rime facile ed un testo diretto ha consentito al brano una ricezione ed una comprensione accessibile al grande pubblico ma ciò non toglie nulla alla grande portata poetica del testo di De Andrè. Come detto, grande risalto al brano, venne dato dall'esecuzione di Mina, figura all'epoca certamente più popolare del cantautore ligure. Oltre a Mina, la canzone, negli anni successivi è stata reinterpretata, tra gli altri, anche da Gianni Morandi, Renato Zero, Dori Ghezzi, Roberto Ferri in francese col titolo "La romance de Marinella" e dal figlio Cristiano De Andrè. In quanto alla storia che ispirò la canzone, la prostituta rispondeva al nome di Maria Boccuzzi e fu ritrovata nel fiume Olona (e non nel Tanaro come dichiarato dallo stesso De Andrè) nel 1953. La donna, che era anche una ballerina, fu crivellata di colpi. Una storia triste di come se ne leggono ancora oggi tra i fatti di cronaca ma che colpì la sensibilità di un genio come De Andrè che grazie alla sua arte è riuscito a donare una sorta di eternità a questa sfortunata vittima della cattiveria umana.

 

Print
Repost
Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post