Franco Califano, già produttore discografico e autore di grande livello, viene spinto nel 1972 ad incidere con la propria voce le proprie canzoni. Il Califfo, però, non è convinto della cosa anche perchè proprio in quegli anni aveva perso definitivamente una delle due corde vocali ed aveva, quindi, una voce che appariva del tutto diversa da quelle degli artisti dell'epoca. Proprio quel timbro insolito, però, farà la fortuna di Califano oltre naturalmente al suo indiscusso talento nello scrivere. Incide, quindi, il primo album "'N bastardo venuto dar sud" dove spiccano "Semo gente de borgata" e, soprattutto, "L'urtimo amico va via" scritta a quattro mani con Gaetano Savio. Il testo parla in maniera nostalgica di una gioventù ormai andata e prendendo come riferimento l'imminente matrimonio di quell'ultimo amico che lascia il celibato giocandosi, in qualche modo, la libertà o la chiusura di quel vecchio bar dove si passavano le giornate in compagnia. Di quel gruppo di amici spensierati, ora che anche quest'ultimo si sposa, rimane solo il protagonista del brano che accetta con difficoltà la chiusura di un ciclo importante della sua vita. Un bel testo ed una malinconica melodia che faranno del brano uno dei più belli del repertorio dell'artista nato a Tripoli. Dopo il successo di questo album, Califano, ci prende gusto e si convince definitivamente che d'ora in poi sarà lui a cantare le proprie canzoni. Continuerà, quindi, ad incidere dischi intervallando nuovi successi con diversi momenti bui legati anche a false accuse che lo hanno portato più di una volta in stato di detenzione per poi essere prosciolto da ogni situazione. Negli utlimi anni di vita, prima della recente prematura scomparsa, Califano, ha alimentato il suo mito prestandosi a divertenti gag con i suoi più celebri imitatori come Rosario Fiorello e Max Tortora oltre che scrivere nuovi capitoli della sua storia musicale come la collaborazione con Federico Zampaglione che ha dato vita alle ultime due perle della storia del maestro "Non escludo il ritorno", per il suo ultimo Festival di Sanremo e "Un tempo piccolo", ultima grande perla dell'artista poi stroncato da un tumore che non ha mai sbandierato ai media come in molti fanno per far parlare di sè e suscitare pietà. Califano, anche nelle ultime ore della sua vita, ha continuato a lavorare tenendo concerti fino a pochi giorni prima del decesso mostrandosi sempre sorridente e non perdendo mai la sua dignità.