Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog
A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

"L'ultimo spettacolo": Un capolavoro firmato Roberto Vecchioni

com

"L'ultimo spettacolo" è un brano di Roberto Vecchioni pubblicato nell'album "Samarcanda" del 1977. La canzone nasce, in realtà, dai contrasti coniugali con l'allora moglie Irene e si sviluppa intorno al suo addio verso Torino, luogo di residenza dell'amante che tornerà più volte, come concetto, in diversi brani dell'artista come "Vorrei" e "Montecristo". "L'ultimo spettacolo" quindi inteso come quell'ultima farsa dell'addio ma anche come una citazione dell'omonimo film di Peter Bogdanovich del 1971. Nel testo viene prima fatto un parallelo tra i personaggi della mitologia greca descritti da Omero forti e sicuri della propria onnipotenza e quella della realtà definiti uomini goffi, disperati e nudi che, talvolta, però possono aver la meglio. Vecchioni, ricorda i greci, come eroi che partivano per le proprie guerre come fa lui, in veste di cantautore, che parte per portare la musica di città in città ma, a differenza di quei miti, lui non ha una donna ad aspettare il suo ritorno. Anzi, la sua donna sta per partire e, Vecchioni, racconta il suo addio nella seconda parte del brano dove viene descritta propio quell'ultimo spettacolo. L'autore sottolinea la menzogna del momento sottolineando l'unica frase che, in un momento tanto importante, esce dalla bocca della moglie e cioè: "Me la dai una sigaretta?". L'autore però, chiarisce la reale sostanza del loro rapporto chiarendo di non aver considerato quella donna come roba sua ed è questo il motivo per il quale, l'uomo è ancora lì, quasi ad aiutare quella donna a lasciarlo definitivamente. Questo comportamento, fra due persone che si lasciano non avviene ed, invece, lui continua ad aspettare che il treno vada via forse per dare a quella farsa un briciolo di dignità accettando quella evidente verità che la donna tende comunque a trascurare. L'uomo, quindi, si vede oppresso nei suoi pensieri e nella sua solitudine e si rende conto di essere sempre stato solo poichè, come spiega in questo poetico verso: "E non si è soli quando un altro ti ha lasciato, si è soli quando qualcuno non è mai venuto...". Vecchioni chiude il brano rifiutando le pacche sulle spalle e gli incoraggiamenti di rito a rifarsi una vita, poichè, se questa storia, invece che la realtà, fosse solo una canzone con un finale scritto dallo stesso Vecchioni quella donna non sarebbe mai partita. Con questi versi altissimi si chiude un grande brano in cui Vecchioni ammette, quindi, di non aver superato quell'addio e sarà così ancora per molto tempo come sottolineato in altre successive canzoni dell'artista dove ricorrono versi inerenti a questa importante pagina della sua vita. Un capolavoro assoluto, quindi, di uno dei più gandi cantautori del nostro tempo. Nel sottofondo musicale, inoltre, è presente il violino di un altro grande artista che risponde al nome di Angelo Branduardi il quale ha collaborato, da musicista, in diversi brani del suddetto album.    

 

 

Print
Repost
Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post