A tre anni di distanza da "Recidivo" Mario Venuti torna in questi giorni nei negozi di dischi con il nuovo lavoro discografico intitolato "L'ultimo romantico". In ben dieci dei dodici brani presenti nell'album c'è la collaborazione, nella scrittura, di Kaballà, ovvero Giuseppe Rinaldi, già coautore da diversi anni di molte canzoni di Venuti come "Crudele" che valse all'artista il Premio della Critica al Festival di Sanremo del 2004. "In un periodo come quello che stiamo vivendo - ha dichiarato Venuti - la parola romantico dovrebbe riacquisire il suo antico significato. Romantico è chi reagisce alla razionalità con l'emotività, la fantasia e l'immaginazione. Il romantico - continua il cantautore siciliano - insegue il sogno, la visione, la follia. Quel sogno mi ha spinto a fare della musica la mia vita. Bello sarebbe - conclude Venuti - non sentirmi più un sopravvissuto, un animale in via d'estizione, l'ultimo romantico". Con queste parole Mario Venuti presenta questo nuovo disco che mantiene le caratteristiche sonore ed autoriali tipiche dello stile dello stesso cantautore. La raffinatezza e l'originalità sono sempre stati i tratti fondamentali della musica proposta da Venuti e questo nuovo lavoro ne è un ulteriore prova. A lanciare il disco nel circuito radiofonico è il singolo "Quello che ci manca" in cui l'autore esprime un bisogno d'amore non ancora soddisfatto del tutto e, da uomo maturo, si dice "...ancora capace di aggiungere senso al passar delle ore...sono ancora capace di muovere il cielo e la terra per amore...". Nel disco non manca uno sguardo al sociale ed in particolare alla situazione difficile in cui si trova il popolo italiano. In "Rasoi" appunto, Venuti, vede i tagli alla spesa come una dolorosa ceretta. Il brano gioca con questa metafora chiedendosi cosa sia davvero utile e cosa sia, come i peli, superfluo. Altro brano d'attualità è "Fammi il piacere" in cui si parla di ragazze pronte a tutto per il successo e di un certo tipo di maschilismo. La canzone, secondo Venuti: "è figlia dell'era del bunga-bunga". "Non sarò io", invece, è un omaggio ad un grande cantautore tanto amato da Venuti e cioè Luigi Tenco. "Il fantasma di Luigi, - ha dichiarato Venuti - viene a farmi visita a volte e, insieme, beviamo del buon vino e man mano che scorre mette in luce tanto le nostre differenze quanto le somiglianze. Anche se per tanto tempo ci dimentichiamo l'uno dell'altro - continua l'autore - sappiamo che ci vogliamo bene e che a questo mondo nessuno di noi due si è mai sentito al posto giusto". Infine, il brano che da il titolo all'album "L'ultimo romantico" parla dell'inadeguatezza provata dal protagonista rispetto ad un mondo che bada solo ai numeri ed al profitto. "I miei gusti - dice Venuti - sono diversi dalla quelli della maggioranza, ma voglio continuare a battermi per i miei ideali di bellezza. Non chiedetemi di essere pratico, un artista ne soffre. Lasciatemi nel mio mondo: sono l'ultimo romantico". Un lavoro, quindi, interessante di un artista che riesce sempre distinguersi dalla massa offrendo un punto di vista particolare, non comune e, sicuramente, mai banale.