"L'ateo cristiano" è un brano di Federico Salvatore pubblicato nell'album "Dov'è l'individuo?" del 2004. Scritta dallo stesso cantautore napoletano, la canzone, rappresenta un personalissimo modo di vivere la fede che è, probabilmente, molto diffuso tra tutto quel gruppo di persone non praticanti della chiesa e che non sono del tutto convinti della presenza di un Dio o, comunque, che sono nel limbo che esiste tra i gli atei convinti e i fedeli. Un discorso, quello esposto dall'autore quindi, che può ben rappresentare il pensiero ed il modo di vivere il proprio rapporto con il Signore e con il mondo ecclesiastico di molte persone che, inconsapevolmente, viene dipinto in questo brano. Federico Salvatore, infatti, ci parla di un portagonista che vive la sua vita come "un ateo cristiano" ovvero, osserva i comandamenti del Signore solo per civiltà o per evitare conseguenze sgradevoli e non per vocazione religiosa. Pur mostrando dubbi sull'esistenza di Dio, il protagonista, dice di non affidarsi mai ad una entità superiore nemmeno nei momenti di difficoltà ma che visita le chiese solo per le loro bellezze architettoniche o artistiche e che non commette reati solo per non rischiare la galera. Il rispetto massimo per i genitori non gli è dettato dai comandamenti ma, per l'autore, rappresenta solo il debito per chi lo ha messo al mondo. Inoltre, non conosce l'invidia poichè ha ereditato già dal padre una posizione e non desidera la donna di un altro poichè sarebbe geloso del marito e così via. Motivazioni concrete e civili, quindi, con le quali il protagonista si spiega come vive la sua vita come un perfetto cristiano pur essendo ateo e presenta l'unica contradizione dicendo che nei giorni di Natale fa il suo presepe, probabilmente frutto di una tradizione culturale più che di una vocazione. Vive la sua vita in questo modo, il protagonista e gli unici dubbi sulla presenza di un qualcuno più grande di noi l'avverte solo quando alza gli occhi al cielo. Un brano significativo e che ben rappresenta l'originalità e la ricerca nel rappresentare situazioni e riflessioni non comuni nella musica attuale. Una grande capacità autoriale che viene espressa in maniera totalmente personale che ha fatto di questo ex esponente del cabaret un grande cantautore che, talvolta, non fa mancare nemmeno la sua ironia in chiave artistica come solo i grandi riescono a fare. Un brano, quindi, da ascoltare per porsi delle domande sul proprio modo di vivere la fede e per riflettere sull'argomento mettendo in paragone la propria esperienza personale ed il proprio rapporto con la fede. Come questo brano, tutta la recente discografia di Federico Salvatore va ascoltata poichè è un patrimonio della nostra musica italiana di qualità che non può finire nel dimenticatoio non godendo di alcuna spinta mediatica e nè di una regolare e giusta diffusione sul territorio nazionale. Recuperare un cantautore come Salvatore è importante per la nostra cultura e non è plausibile che, al contrario di tanta gente senza talento osannata dai media, debba arrivare al punto di smettere con la propria arte. Dal canto suo, Federico, non ha mai pensato di concludere la sua carriera proponendo sempre nuovi grandi lavori e riscuotendo sempre un enorme successo tra i suoi seguaci e tanti attestati di stima che lo spingono a credere nel proprio grande ed indiscusso talento.