"Il timido ubriaco" è tra le canzoni più note di Max Gazzè, Massimiliano all'anagrafe, ed è anche uno dei suoi maggiori successi commerciali. Gazzè presenta questa canzone al Festival di Sanremo del 2000 dopo la partecipazione dell'anno precedente tra i "Giovani" con "Una musica può fare", piazzatosi ottavo, ma che otterrà un notevole successo dopo la manifestazione. "Il timido ubriaco" che sarà inserito nella ristama dell'album "Max Gazzè (Gadzilla)" è, in realtà, una vecchia poesia scritta dal fratello Francesco che Max ha ristrutturato cambiando alcune forme metriche per farne una canzone. "La poesia - dice Gazzè - ha già di per sè una forma armonica, una sua musicalità naturale e in questo caso mi è bastato sottolineare o dare semmai un'altra chiave di lettura a quanto già la poesia esprimeva". Al Festival, la canzone, sfiora il podio classificandosi quarta nell'edizione vinta dalla Piccola Orchestra Avion Travel con il brano "Sentimento". Il testo, in particolare, parla di un uomo innamorato di una donna sposata e per la sua timidezza non riesce a dichiararsi osservando geloso chi al momento sta al fianco della sua amata. Un uomo viscido e grezzo che non riesce ad apprezzare la fortuna di avere quella donna dal protagonista tanto desiderata, al suo fianco. Per tali motivi e per la sua estrema timidezza si rifugia nell'alcool ed in questo modo si nasconde in un finto benessere interiore, una felicità fittizzia dove cerca di trovare le parole che gli mancano:"...rido, facendo del mio riso vile nido, cercandomi parole dentro al cuore, d'amore...". Nonostante l'alcool, la timidezza, non evita al protagonista di provare rabbia che però non riesce ad esprimere all'esterno: "mi muovo come anguilla nella sabbia, che rabbia". Poi il protagonista conlude con una riflessione sul matrimonio senza amore: "Pare, che coppie unite solo sull'altare, non abbiam mai trovato le parole, da sole..." e ciò lo spinge a pensare che: "Forse domani che pianissimo le morse del matrimonio ti annaglieranno, potranno...potranno mai le mie parole esserti da rosa...". Una canzone molto particolare ed originale, quindi, come è solito proporre un'artista innovativo e fantasioso oltre che estramamente talentuoso sia in qualità di autore che come musicista come, appunto, Max Gazzè. Come detto, questo sarà il primo grande successo del cantautore dal punto di viste delle vendite sul mercato musicale. Infatti, il singolo, si rivelò il sedicesimo più venduto dell'anno. Il videoclip, invece, è stato diretto da Francesco Cabras e Alberto Molinari e vede l'artista cantare con la scena illuminata dalla sola luce di un fiammero che mantiene tra le dita e col passare del tempo, e dei fiammiferi consumati, lo si vede invecchiare. Originalità, quindi, anche nel video per un artista davvero fuori dal comune.