"Gente della notte" è un brano inciso da Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, nel 1990 all'interno dell'album "Giovani Jovanotti". Scritta dallo stesso Lorenzo insieme a Claudio Cecchetto e Michele Centonze, la canzone, inizia a mostrare delle qualità autoriali finora celate dietro una immagine leggera legata al "personaggio" lanciato da Cecchetto. Jovanotti, all'epoca ancora dj e promotore di un certo tipo di rap all'italiana, sembra non brillare ancora di luce propria ma appare in quegli anni come un prodotto creato a tavolino per attirare i giovani e la sua strada nel mondo della musica sembra non aver grande futuro. Con i primi album, infatti, Lorenzo, aveva fatto colpo sul pubblico giovanile portando una ventata di freschezza nella musica italiana ma quell'effetto stava svanedo e bisognava tirar fuori la qualità per non cadere nella banalità. E nel suo terzo album, appunto, si inizia ad intravedere soprattutto con la suddetta canzone ciò che Lorenzo è davvero in grado di fare e che solo negli anni successivi svilupperà al meglio e con costanza. "Gente della notte", infatti, è solo una anticipazione di quella che sarà la stada di Jovanotti nel mondo del cantautorato in album che presenta ancora brani leggeri e di massa essendo ancora una fase intermedia della carriera dell'artista. Con i lavori successivi, Lorenzo, darà sempre più peso alle parole ed alla qualità dei testi fino ad arrivare a quella maturità dei giorni nostri che lo ha reso tra gli esponenti di spicco del nostro cantautorato. In "Gente della notte", Jovanotti, racconta con spensierata malinconia quel mondo della notte che è ancora il suo e ne esprime le sensazioni e i comportamenti che accompagnano quell'universo totalmente diverso dal contesto diurno. Lorenzo si trova perfettamente a suo agio in quel mondo composto da baristi, spacciatori, pauttane, ladri, giornalisti, camionisti, fornai, spogliarelliste e così via, elementi così diversi che trovano nella notte la loro giusta dimensione e che in questa scanzonata disamina vengono descritti senza alcuna forma di pregiudizio ma semplicemente come parti integranti di quel particolare microcosmo. Un bel pezzo, quindi, ma soprattutto un primo importante passo verso una evoluzione artistica che ha portato, negli anni, Lorenzo Jovanotti tra i grandi autori della nostra migliore musica italiana.